Giovanni Battista ed Angela Protti emigranti in Canada

Prima Parte:  Giovanni Battista ed Angela Maria Protti partono per lAmerica

 Giovanni Battista e Angela Maria Protti sono nati a Cimolais, Friuli, ed assieme al loro figlio Sebastiano, son partiti in Canada alla ricerca di una vita migliore.

Si crede che Giovanni Battista sia sbarcato ad Ellis Island, New York nel 1910. Il censimento canadese del 1916 mostra che nel 1911 era arrivato a Pocahontas nella provincia del’ Alberta, in un piccolo paese ai margini del Parco Nazionale di Jasper nelle Rocky Mountains, dove esisteva una miniera di carbone.  Documenti al porto Canadese di Halifax mostrano che Angela Maria (chiamata Maria in Canada) è arrivata nel 1913, con il figlio Sebastiano che allora aveva 10 anni.  Per raggiungere Giovanni Battista a Pocahontas, circa 4,000 chilometri a distanza di Halifax, Maria e Sebastiano hanno dovuto traversare il Canada in treno.

Tra il 1914 e il 1917, son nati tre altri bambini: Luigi (nostro padre) nel 1914, Vittoria nel 1915, ed Angelo nel 1917.  In Canada, Luigi lo chiamavano Louis, Vittoria era Victoria, ed Angelo era chiamato John.  Sebastiano Sam.  Oggi sono tutti deceduti.

Sappiamo poco alto rispetto alla vita dei nostri nonni.  Maria è morta a Pocahontas di un’influenza il 28 dicembre 1917.  Il nonno, Giovanni Battista, è moto il 8 gennaio 1918 in Italia, dove era ritornato nel 1917.  Sappiamo che nostro nonno ha costruito una casetta alpina nelle Rocky Mountains, che esiste ancora oggi, secondo lo stile delle casette che si trovano nelle montagne del nord Italia. Non sappiamo il motivo per cui è ritornato in Italia — se era per combattere nell’esercito contro gli austro-tedeschi come avevano fatto altri italiani che si trovavano in Canada o se era per questione di terreno in seguito alla morte della mamma nel 1909.

Quando e morta, i beni più preziosi di Maria — la sua sciarpa rossa di seta ed i orecchini di oro, li ha lasciati a la sua bambina di un’anno, Vittoria. Come abbiamo scoperto dopo la sua morte, Vittoria li ha tenuti cari per tutta la sua vita, assieme ad una nota scritta quando era bambina che diceva “orecchini e sciarpa della mia carissima mamma”.

Maria è sepolta in un piccolo cimitero nei boschi vicino a Pocahontas, un piccolo paese che oggi non esiste più.  Verso la fine degli anni 1950, più di 30 anni dopo la morte di Maria, i figli orfani — Luigi, nostro padre, Angelo e Sebastiano hanno eretto una lapide alla tomba della mamma ed hanno costruito un recinto alla tomba; siamo andati anche noi figli di Luigi.  Il cimitero, ai piedi delle Rocky Mountains e stato a lungo dimenticato ed abbandonato.  Pocahontas ed i piccoli paesi attorno sono scomparsi negli anni 1920, quando hanno chiuso la miniera di carbone.

Seconda Parte:  I figli orfani

 All’inizio, la famiglia DelBosco, originaria del Friuli, si prese cura dei bambini orfani di Giovanni Battista e Maria Protti.  Come Giovanni Battista, il signor DelBosco lavorava in una miniera nei pressi di Pocahontas.

Ad un anno della morte dei loro genitori, i tre bambini piccoli sono stati inviati ad un orfanotrofio a circa 300 chilometri di distanza, dove son cresciuti e sono stati istruiti dalle suore canadese di origine francese.  L’orfanotrofio si trovava a St. Albert, vicino alla città di Edmonton.  Sebastiano invece e rimasto a Pocahontas per lavorare nella miniera.

Abbiamo trovato delle foto che ci dimostrano che, nonostante la distanza che li separava, Sebastiano e rimasto in contatto con i suoi fratellini che si trovavano in orfanotrofio, come pure la famiglia Del Bosco. Sappiamo che hanno parlato ai piccoli dei loro genitori, della morte della madre e la sepoltura a Pocahontas, della la morte del padre in Italia, e delle loro origini a Cimolais.

I tre bambini che son cresciuti in orfanotrofio dove hanno studiato ed sono andati tutti all’università.  Tutti quattro figli orfani si sono sposati e tutti, tranne Vittoria, avevano figli. Gran parte della sua vita, Sebastiano era responsabile per la sicurezza nelle miniere nelle Rocky Mountains. Con la moglie, Nina, ha avuto due figlie, Esther ed Evelyn.  Sebastiano era un uomo tranquillo, saggio, umile e gentile.

Nostro padre Luigi ha studiato per diventare sacerdote. A partire dal 1934, ha trascorso alcuni anni in seminario a Roma (ed ha visitato Cimolais mentre si trovava li). Ha deciso di non prendere il voto di sacerdote ed è tornato in Canada per insegnare. Ha sposato nostra madre canadese di origine francese, Thérèse Gagnon, ed assieme hanno avuto tre figli — Denis, Raymond, e Gerard (Gerry). Luigi ha trascorso la maggior parte della vita lavorativa nel settore sanitario, prima come amministratore di ospedale ed in fine ha creato il programma di casa di cure per la Provincia di Alberta.  È stato sempre dedicato alla sua famiglia.  Era un uomo distinto.  Parlava correntemente l’inglese, il francese, l’italiano, ed il Cree (una lingua autoctona), ed ha studiato il latino.

Dopo aver terminato i studi, Vittoria divenne infermiera. Era indipendente ed energica.  Aveva una risata contagiosa.  Tardi nella vita, ha sposato un vedovo, Fred Tribbeck, ed ha accolto i suoi figli come se fossero i suoi. Vittoria si vedeva spesso con i nipoti, i figli dei suoi fratelli.

Il più giovane, Angelo, ha sposato Connie che e ancora in vita, ed assieme hanno avuto due figli — Greg e Dana.  Angelo ha lavorato come agente della Chrysler Car Corporation.  Aveva un buonissimo senso d’umore.  Amava molto gli sport, ed ha giocato a hockey ed a golf.

 

Terza Parte:  Gli orfani in visita a  Cimolais

I figli orfani di Giovanni Battista e Angela Maria Protti son cresciuti tutti bene e son diventati dei veri canadesi —amavano gli sport come hockey e golf.  Quando potevano passavano del tempo ai grandi laghi, alle montagne, ed in campagna.  Quando cresciuti, amavano viaggiare.  Ma la storia dei loro genitori e rimasta in gran parte un mistero per loro.

In diverse occasioni, tutti e quattro hanno fatto visita a Cimolais con il desiderio di conoscere meglio i loro genitori, di conoscere parenti per la prima volta e di aver informazione al riguardo delle case e proprietà dei genitori.  In particolare, volevano conoscere il motivo del ritorno in Italia del loro padre Giovanni Battista, come e dove e morto, e dove e sepolto.

La prima visita di nostro padre Luigi a Cimolais, nel 1935, lo ha profondamente impressionato, soprattutto la povertà che esisteva allora.  Vestito da sacerdote, ha fatto il viaggio mentre si trovavo al seminario a Roma.  Per la prima volta ha conosciuto i zii ed i cugini.  Nel 1980, e ritornato a Cimolais con la moglie Thérèse con lo scopo di consultare gli archivi per fare il suo albero genealogico.

Negli anni 1980, anche Angelo con la moglie, e Vittoria con Sebastiano, hanno fatto visita a Cimolais. Erano tutti già anziani. Per Sebastiano doveva essere stata un’esperienza molto commovente.  Aveva lasciato Cimolais circa 70 anni prima, all’età di dieci anni, e li sarebbe certamente rimasto dei ricordi del paese, della sua gente e la sua lingua.

 

Quarta Parte:  I nipoti Protti si preparano per la visita a Cimolais

 Nel 2015, noi, i nipoti di Giovanni Battista e Maria Protti, figli del loro figlio orfano Luigi Protti — Denis (con moglie Pat) e Raymond (con moglie Sheila), si siamo organizzati per fare visita a Cimolais, accompagnati dalla nostra amica Laura Ruzzier, nata in Istria ed emigrata in Canada nel 1957.

Eravamo decisi che la nostra visita sarebbe un po diversa dalle visite precedente — meglio organizzata, in gran parte grazie ad Internet ed alla conoscenza della lingua.

Facendo delle ricerche sul’ Internet, abbiamo trovato un bellissimo video di Luigia Protti dove parlava delle “Sedonere”.  Sapevamo che la nostra nonna era una sedonera, e secondo il racconto di Luigia, ci siamo reso conto che non avrebbe avuto una vita facile.  Con traduzione di Laura, abbiamo capito quanto importante era il contributo economico da parte delle donne di Cimolais che camminavano fino a Trieste e per tutta la penisola istriana, vendendo i prodotti in legno fatti dai uomini di Cimolais.

Siamo entrati in contatto con Luigia ed abbiamo scoperto che era sposata con il primo cugino di nostro papa, Luigi Protti. Tramite Luigia, abbiamo fatto la conoscenza di sua figlia, Tiziana, la nostra seconda cugina.  Con lei, tramite email, Denis ha programmato il nostro viaggio a Cimolais. Ci siamo messi in contatto con Paola Fabris che lavora presso la Chiesa di Santa Maria Maggiore al riguardo degli archivi della chiesa, con la speranza di finire l’albero famigliare iniziato dal nostro padre.  Ci siamo anche messi in contatto con Rita Bressa, ex-sindaco di Cimolais.

Desiderosi di saperne di più sulla storia della nostra famiglia, volevamo conoscere i nostri parenti Protti.  Volevamo conoscere la cultura e le usanze dei nostri nonni, vedere il loro paese e la loro regione d’Italia.  Volevamo vedere le case dove sono cresciuti.  In particolare, volevamo visitare la tomba del nostro nonno mai conosciuto e scoprire la ragione per la quale e ritornato in Italia, lasciando quattro figli bambini e la moglie in Canada.  Volevamo sapere se a Cimolais esistesse qualcuno che avesse qualche informazione su di lui e della sua famiglia, trasmessa attraverso la storia orale.

In anticipo del viaggio, abbiamo cercato informazioni per quanto riguarda i nonni negli archivi Canadesi.  Abbiamo trovato i documenti di successione della nostra nonna. Legandoli, abbiamo saputo che il nonno, come lavoratore in miniera, aveva guadagnato parecchi soldi che ha lasciato in eredita alla moglie.  Abbiamo trovato una fotografia dei nonni, presa circa 1914 poco dopo del arrivo in Canada della nonna Maria e Sebastiano.  Li abbiamo visto per la prima volta nella foto. Abbiamo trovato anche una foto del nostro padre, zio Angelo e zia Vittoria, presa con i signori DelBosco, davanti all’orfanotrofio, ed una foto di Sebastiano e Vittoria quando lei era adolescente.

Quinta parte:  I fratelli Protti e le loro moglie in visita a Cimolais

 Nel settembre del 2015, accompagnati da Laura, siamo partiti tutti per Cimolais. La nostra prima impressione e stata di un bellissimo paese alpino, piuttosto isolato, situato in un ambiente incontaminato.  Il paese era ordinato e pulito.  Le case erano bellissime e ben mantenute.  Con le montagne attorno, assomigliava un poco a Pocahontas, il paese fra le Rocky Mountains in Canada dove si a stabilito il nostro nonno.

L’accoglienza calorosa da parte dei cittadini di Cimolais ci ha commosso molto. Denis e Pat sono arrivati il 17 settembre e, con l’aiuto di Paola Fabris e Tiziana, hanno consultato gli archivi della chiesa.  Insieme, sono stati in grado di espandere sul lavoro di nostro padre che finiva con un matrimonio nel 1815.  Hanno trovato il nostro bis-bis-nonno, Giovanni Tiziano Protti, nato 11 luglio 1789, il figlio di Pietro Protti e Donata Tonegutti.

Ray, sua moglie Sheila, e la nostra amica Laura son arrivati a Cimolais il 19 settembre. Passeggiando per il paese quel giorno, abbiamo visto i manifesti con fotografia dei nostri nonni, annunciando la nostra visita alla ricerca della storia di famiglia ed il nostro interesse conoscere la gente di Cimolais.

l primo evento era la messa del Sabato sera. Abbiamo traversato il paese al suono delle campane della chiesa. Don Umberto, il parroco, ha parlato dei nostri nonni. Ci sembrava giusto che la loro storia e la loro morte facevano parte della messa nella stessa chiesa nella quale erano stati celebrati i loro battesimi, prime comunione e matrimonio. La bellezza della chiesa ci ha impressionato.  Siamo rimasti sorpresi dal gran numero di persone, soprattutto i giovani, presenti. Come ci siamo seduti nei banchi, eravamo consapevoli che generazioni di Protti avevano pregato lì e che era l’unico posto al mondo dove i nostri piedi toccherebbero gli stessi luoghi dei nostri antenati.

Dopo la messa, siamo andati alla sala municipale al Palazzo Nicoli per un raduno di alcuni residenti di Cimolais. Uscendo dall’ascensore, siamo rimasti sorpresi dal numero di persone e l’applauso molto caloroso che abbiamo ricevuto. Una gran parte del paese è venuto ad incontrarci. In italiano, Tiziana ha spiegato il motivo della nostra visita. L’accoglienza della gente ci ha commosso – sembravano felici ch’eravamo li e contenti di parlare con noi.

La domenica mattina abbiamo fatto un giro per il paese.  Mentre si camminava, molte persone si sono avvicinate e ci hanno invitato nelle loro case. Volevano condividere ciò che sapevano dei nostri nonni.

Abbiamo visitato la casa dei nonni. Era grande ed aveva centinaia di anni.  Le sue pareti esterne portavano numeri dipinti che rappresentavano l’anno che i maschi della famiglia sono stati chiamati a fare il servizio militare. Abbiamo pensato che, anni indietro, tutte le case avevano simili numeri, ma ormai sono state dipinte. La casa dei nonni si trovava vuota adesso con i numeri visibili —1917.

Passeggiando per il paese, abbiamo visto la bandiera italiane dipinta su alcune case, segno che il paese si trovava su un fronte di guerra – tre volte in meno di 75 anni. I residenti hanno dimostrato la loro fedeltà ad un paese che ha lottato duramente in due guerre mondiali per un pezzo di terra che era stato perso ad una paese straniero nel metà-1800.

Abbiamo anche visitato il cimitero di Cimolais — un luogo sereno, immerso in un prato tranquillo ai piedi delle imponenti Dolomiti. Siamo rimasti colpiti dal gran numero di tombe di Protti, senza dubbio i nostri cugini, zie e zii, ed anche i bisnonni. Ci chiedevamo se siamo se il nostro nonno era nell’ossario.

Mentre si tornava in paese, le maestose montagne che circondano Cimolais sembravano quasi cadere sul paese. Abbiamo trovato Don Umberto davanti dalla chiesa dove aveva celebrato la messa di domenica.  Dopo averlo ringraziato per le parole gentile in memoria dei nostri nonni, abbiamo detto che eravamo sorpresi che non esisteva nessun prova della morte del nostro nonno negli archivi della chiesa. Era possibile che la chiesa non avesse nessuna traccia della sua morte?

Quel pomeriggio, Luigia e Luigi Protti, Tiziana con il marito Renzo Luciano, e la sorella Nelly hanno organizzato un pranzo nel loro cortile, il cortile di Pierut.  Hanno organizzato una piccola ‘Montagna di Gusti’, simile alla festa annuale di Cimolais.  Circondati da costumi d’epoca, abiti indossati ai tempi dei nostri antenati, con i nostri cugini ed amici nuovi, abbiamo mangiato un buonissimo pranzo. Abbiamo tagliato la polenta con il filo al usanza friulana, come avrebbe fatto il nostro nonno alla propria tavola.

Tiziana ed altri invitati hanno cantato ‘Stelutis Alpinis’ ed altre canzoni. Avevamo le lacrime agli occhi sentire i bellissimi canti popolari del Friuli.

Tra i costumi antichi nel cortile, abbiamo visto una fotografia del nostro padre, Luigi, con Tiziana, presa al tempo della sua visita nel 1980.  Era un momento emozionante per noi.  Ray aveva le lacrime agli occhi mentre la guardava.  Sarebbe stato contento di sapere che anche noi figli siamo venuti a Cimolais per conoscere meglio i suoi genitori, i nostri nonni, ed il nostro retaggio culturale.

Il lunedì mattina, Tiziana, eccitata, ci ha trovato per strada.  Ci ha raccontato che Don Umberto, dopo l’incontro del giorno precedente, aveva chiesto a Paola Fabris di consultare ancora una volta gli archivi della chiesa. Paola ha trovato una nota sulla data di morte del nostro nonno – l’8 gennaio 1918 alle ore 10, in Via Loreto, a Belluno, il sito del vecchio ospedale. È stato sepolto in un cimitero a Belluno. La morte e stata notata nei registri parrocchiali appena un anno dopo la sua morte, rendendo la ricerca più difficile. Avevamo le risposte a due nostre domande — quando e dove morto.

 

L’ultima passeggiata era verso la casa estiva della nonna Maria Protti dove abbiamo visto il fiume incontaminato e la bellezza del paesaggio attorno a Cimolais. Abbiamo incontrato le mucche al ritorno dal pascolo. Il suono delle loro campane ed i tuoni dei loro zoccoli sarebbero stati famigliare per i nostri nonni, come per generazioni di friulani.

Ray, Sheila, e Laura son partiti da Cimolais il 21 settembre.  Hanno incontrato Rita Bressa a Barcis ed hanno promesso di inviarli un breve resoconto della loro visita a Cimolais.  Il giorno dopo, Denis e Pat hanno assistito ad una cena d’addio, con otto membri della “famiglia” al L’Albergo Margherita, incluso Maurizio Protti e sua moglie Antonia. Era lo stesso albergo dove avevano dormito i nostri genitori ed altri membri della nostra famiglia mentre in visita a Cimolais.

Siamo partiti tutti con lacrime agli occhi,  grati in particolare a Luigia e Luigi Protti e la loro figlia Tiziana – e felici che avevamo incontrato tante care persone, che avevamo fatto alcuni legami familiari, e che avevamo imparato un po del passato dei nostri nonni e la loro cultura.

 Sesta Parte:  Mandi Cimolais

Abbiamo condiviso orgogliosamente le nostre esperienze e le fotografie prese a Cimolais con il nostro fratello più giovane Gerard e la moglie Gail, che aveva già fatto visita a Cimolais ma non a potuto far parte di questo viaggio.  Molte foto faranno parte del “memorie” personale che Denis è in corso di scrivere, nella speranza che Cimolais rimarrà nel memorie dei Protti canadesi.  Con l’aiuto di Tiziana, Denis continuerà a lavorare sul albero genealogico.

Eravamo tristi sapere della scomparsa di Luigi Protti poco dopo la nostra visita. Tuttavia, siamo lieti di mantenere contatto con alcune delle care persone incontrate a Cimolais e speriamo di vedere alcuni di loro qui in Canada, se non a Cimolais.

Dopo la visita, ricercando la morte di Giovanni Battista a Belluno, abbiamo capito perché ci è voluto un anno per notificare Cimolais della sua morte: morì durante la prima guerra mondiale, l’anno in cui Belluno era sotto l’occupazione austro-tedesca e secondo gli archivi, sarebbe stato poca la comunicazione tra Belluno ed i paesi vicini.  Il nostro prossimo impegno sarà di fare delle ricerche al l’ospedale e l’ufficio dell’anagrafe a Belluno, con lo scopo di sapere la causa della morte del nonno e dove sepolto. La nostra ultima domanda — perché e ritornato in Italia — sembra non avrà risposta.

Se qualcuno leggendo questo racconto avrebbe informazioni sul perché il nonno tornò a Cimolais, o informazioni su altri antenati Protti, saremmo lieti di avere le vostre notizie.

Denis e Raymond Protti, con le nostre moglie Pat e Sheila, e l’aiuto di Laura Ruzzier

 

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