Tra qualche settimana sarà ufficialmente aperta la nuova stagione turistica e gli operatori sono al lavoro per prepararsi al meglio nell’accoglienza. Ma per il Parco naturale delle Dolomiti friulane anche quello appena andato in archivio si è rivelato un periodo d’oro, in fatto di presenze. Nel 2019 sono stati infatti 15 mila, gli studenti saliti in zona per iniziative didattiche, 23 mila quelli alla diga del Vajont non riuniti in comitive, mentre altri 20 mila sono stati gli escursionisti della Forra del Cellina. Dopo di che, ci sono le mille persone che hanno partecipato alla giornata ludica di Barcis intitolata Play Parco, nonché i 400 ospiti che hanno degustato i piatti tipici grazie alla collaborazione con i ristoratori. «Il Parco si sta adeguando ai tempi e anche l’annata che ci apprestiamo ad affrontare sarà incentrata su questa fase di cambiamento – ha detto il presidente Gianandrea Grava –. Gestire un territorio così vasto non significa soltanto impegnarsi per il rilancio del turismo, che in ogni caso resta un settore vitale per l’economia montana. Significa piuttosto trovare nuovi incentivi per la permanenza sul posto dei giovani, perché le imprese tradizionali non chiudano i battenti e per agevolare le amministrazioni nello svolgimento delle attività istituzionali. In quest’ultima direzione, va ricordata la discesa in campo dei nostri uffici a fianco dei Comuni colpiti dalla tempesta Vaia del 2018: solamente a Claut, il nostro personale sta gestendo sette piani di ripristino insieme ai dipendenti municipali». (f MV)
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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