L’assessore regionale alle Risorse agroalimentari e forestali, Stefano Zannier, ha illustrato lo schema di disegno di legge che intende adeguare e riordinare la normativa in materia di parchi
e di riserve naturali visto che quella attuale non risponde più alle mutate esigenze del territorio, né ai cambiamenti intervenuti in questi 25 anni nel quadro legislativo nazionale e regionale.
Uno degli aspetti significativi di questa nuova legge, che è suddivisa in 66 articoli, è rappresentato dall’assetto delle aree della rete Natura 2000, la cui gestione può essere assegnata direttamente ai parchi, con riguardo alle aree ricomprese all’interno del perimetro
dei medesimi; può altresì essere attribuita alla riserva richiedente, con riguardo alla porzione inclusa all’interno del proprio perimetro. La gestione di ulteriori aree della rete Natura 2000
può essere attribuita agli enti parco al di fuori del perimetro di competenza, con deliberazione della Giunta regionale e previa intesa tra i Comuni territoriali. LA NUOVA LEGGE
La riforma dei Parchi L’assessore Zannier ha fornito le linee guida mente interessati e gli enti parco o gli organi gestori delle riserve naturali.
“Il ruolo degli enti parco – ha riferito Zannier – sarà così ulteriormente rafforzato consentendone la partecipazione a iniziative che rientrano tra le attività di carattere turistico eco – compatibili con l’obiettivo di favorire la sostenibilità della gestione dell’ambiente
naturale e fare in modo che esso diventi una risorsa per il territorio, da preservare non soltanto in modo conservativo, consentendone la fruizione nel rispetto delle esigenze dell’ambiente
naturale”.
Nel contesto degli enti parco sarà inoltre possibile valorizzare le produzioni del territorio che consentano di arricchire l’attrattività delle aree.
Tra le azioni di semplificazione che saranno introdotte dalla nuova normativa vi sono i meccanismi per la composizione degli organi degli enti parco, la ridefinizione degli strumenti di programmazione, la modifica ai sistemi di accesso alla contribuzione.
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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