La parole vanno pesate bene perché non va offerta la sensazione di voler passare dal “tutti chiusi” al “tutti aperti” come se il pericolo fosse finito. Non è così, i nostri genitori e nonni continuano a morire in casa di riposo e per il rispetto che si deve loro e, in generale, a tutti i contagiati che soffrono, bisogna procedere con cautela. Ma, e stavolta il ma c’è per davvero, il Friuli Venezia Giulia è la regione assieme al Molise e a poche altre, prevalentemente del centro-sud, che ha il più basso tasso di contagiati e un numero di vittime sicuramente inferiore alla media del Paese e delle regioni del Nord. Non ci sono fabbriche con focolai attivi, i pochi casi di infezione sono stati immediatamente gestiti con sanificazioni e chiusure temporanee. Chiedo, però, perché i negozianti del Friuli e del Molise debbano essere trattati come quelli di Bergamo e Brescia. Perché questa idea, centralista e sproporzionata, deve accomunare Piemonte e Lombardia al Friuli Venezia Giulia? Decine di consulenti governativi non potevano davvero pensare a una differenziazione per regioni? Dove sta la logica in tutto questo? Non dovrebbe destare scandalo che Sicilia e Calabria ripartano prima della Lombardia, con le cautele indispensabili e sempre pronti a serrare i confini in caso di nuove esplosioni di contagio. Ma è sul Friuli Venezia Giulia che si avverte più che altrove una sensazione di palpabile ingiustizia. I numeri dicono che non siamo nemmeno paragonabili alle altre regioni del Nord. Un’esperienza pilota qui si poteva condurre. Sempre con le mascherine, il distanziamento, il gel igienizzante e tutto il resto. E questa potrebbe anche essere una missione impossibile da tentare per il presidente Fedriga, in alleanza con quanti, a sud di Roma, stanno nelle stesse condizioni. La Germania, con la quale sempre azzardiamo paragoni, Repubblica federale certo, si è mossa per territori. (FM.v)
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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