Corona dà della «gallina» alla Berlinguer, poi si alza e se ne va durante la diretta tv

Che si stesse portando in studio una generosa dose di imprevedibilità lo sapeva bene la giornalista Bianca Berlinguer quando ha deciso di invitare nuovamente come ospite fisso al suo “Cartabianca”, il programma che conduce su Raitre ogni martedì alle 21.20, lo scrittore friulano Mauro Corona. Un personaggio senza peli sulla lingua, capace proprio per questo di spingere in alto l’audience, di portare in dote al salotto televisivo quel po’ di piccantezza che fa bene, poco importa se a suon di gaffe e provocazioni. Niente gobbo né canovaccio con lui. Corona è così. Prendere o lasciare. E fin qui la Berlinguer ha sempre (ri)preso. Stavolta però potrebbe andare diversamente, perché il “nostro” Corona, lo scrittore, sculture, alpinista di Erto, è andato un po’ oltre dando alla signora di Rai3 della «gallina». In poco più di un minuto la trasmissione è uscita dai binari. A farla deragliare un cenno di Corona a un albergo privato che non è piaciuto alla conduttrice. «Non possiamo parlare di questo albergo perché è pubblicità e qui in televisione non la possiamo fare», lo ferma Berlinguer. Corona rilancia: «Senta Bianchina, se lei mi vuole qui tutta la stagione mi fa dire le cose». Inutile il tentativo della conduttrice di contenere l’opinionista.
Ormai la miccia è accesa e Corona ci soffia sopra. Fino a sbottare. «La mando in malora e me ne vado, ma stia zitta una buona volta, gallina», la apostrofa lo scrittore aggiungendo: «Da stasera la trasmissione se la conduce da sola».
Ogni tentativo di gettare acqua sul fuoco a quel punto sfuma e Berlinguer si concede a sua volta di alzare la voce. «Non posso accettare che lei diventi maleducato e sgradevole – replica la giornalista Rai –, insultando me che sto qui a condurre la trasmissione. Gallina lo dice a chi vuole, ma non si permette di dirlo a me. Chiaro il concetto?». Di chiaro c’è solo che dinnanzi al muro levato da Berlinguer, Corona ha alzato i tacchi. «Chiaro. Basta, non dico più niente, arrivederci – saluta liberandosi del microfono e sparendo dal monitor del collegamento –, mi stia bene». (f MV)

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