L’appello dei sindaci della Valcellina e della Carnia nella “guerra del gas” non è caduto nel vuoto. Il consigliere regionale di Progetto Fvg, Emanuele Zanon, ha infatti deciso di «far approfondire tutti gli aspetti giuridici» del del braccio di ferro che vede Eni da una parte e i Comuni di Cimolais, Claut, Barcis, Andreis, Forni di Sotto e di Sopra e Paularo dall’altra. Al centro della querelle, la convenzione degli anni Novanta con cui l’ex ente nazionale si impegnava a gestire a condizioni di favore le locali condutture del metano, realizzate a spese della Regione. «In una nota i sindaci segnalano la volontà di Eni di subappaltare il servizio a ditte esterne e ciò non sarebbe ammesso dall’accordo originario – ha detto Zanon, per lungo tempo sindaco di Cavasso –. Di queste problematiche si era già discusso più volte in commissione a Trieste, ma evidentemente è necessario riaprire il dibattito sui servizi essenziali nelle aree periferiche. Sono d’accordo con i Comuni sulla necessità di far rispettare il contratto: prima però bisogna sottoporre il fascicolo a un esperto di diritto. Dopo 30 anni, la modifica di leggi e regolamenti e il cambiamento di ragione sociale delle parti in causa potrebbero riservare sorprese. Ho letto l’incartamento e noto che ci sono vari elementi che non sembrano rispettati, compreso l’obbligo di mantenere una sede operativa nelle zone in cui è distribuito il gas», ha continuato Zanon. Il timore dei Comuni è che la cessione degli impianti a piccole aziende, magari dislocate in altre località d’Italia, non tuteli la popolazione alpina in caso di guasti prolungati. Tanto che il deputato Vannia Gava ha coinvolto nella vicenda il governo, azionista di maggioranza della società di San Donato Milanese, mentre il M5s ha interpellato il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga. Il dubbio è su cosa succederà quando la convenzione scadrà. «Vanno previsti sin d’ora termini contrattuali forti», ha affermato Emanuele Zanon. — (F .mv)
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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