I 50 Comuni della provincia saranno vincolati a una gestione dei rifiuti in house providing – ovvero con società a maggioranza o controllo pubblico – e in particolare attraverso Gea o Ambiente e Servizi. La decisione è stata assunta dall’assemblea dei sindaci dell’Ausir (autorità unica per i servizi idrici e i rifiuti) dopo la mediazione del Comune di Pordenone. Non c’è stata unanimità, con i Comuni dell’area montana – undici – che si sono astenuti sulla delibera, ma hanno portato a casa un atto politico di tutti i 50 Comuni della provincia a favore della montagna. Gli astenuti alla fine sono stati: Andreis, Aviano, Budoia, Maniago, Montereale, Sequals, Tramonti di sotto, Travesio, Vajont, Vito d’Asio, Vivaro. Il documento è passato con il 70,65% dei Comuni favorevoli. Critico Andrea Carli, di Maniago. «Arriviamo con poca condivisione su un tema centrale che condizionerà le 50 amministrazioni locali per i prossimi 15 anni. I Comuni che sono con Snua – ha sottolineato – non hanno avuto possibilità almeno di condividere lo scenario futuro: il metodo non è stato dei migliori». C’è anche una questione di merito per Carli: «Il bacino è provinciale e deve essere uguale sia per il servizio idrico che per i rifiuti e questo non mi trova d’accordo. È vero che le norme vanno rispettate, ma si possono anche modificare. Non ho nulla contro le municipalizzate e se gestite bene potrebbero rappresentare il miglior servizio, ma non credo che il regime di monopolio si traduca in miglior servizio al minor costo per i cittadini. Se sono convinto che la società unica sia la strada per l’acqua non credo che lo sia per i rifiuti». (F MV)
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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