La storia della costruzione del capitello di Sant’Antonio del Bresin c’è l’ha raccontata Aldo Furlan:
Mio nonno non era un credente, non andava spesso in chiesa però aveva una particolare devozione a Sant’Antonio. Negli anni ’50 in Val Cimoliana c’era una cava di sassi dove lavorava anche mio nonno. Veniva usata spesso la dinamite ed un giorno mio nonno, non avendo sentito l’avvertimento, si trovò proprio sotto i massi fatti cadere dall’esplosivo. Miracolosamente ne uscì indenne e fece il voto di costruire un capitello a Sant’Antonio. Alla sua morte lascio in eredità a me – suo amatissimo nipote – il capitello.
La storia delle altre chiesette nella pubblicazione: Religiosità popolare: i luoghi del credere