Le tracce del lupo non si fermano nella zona alta della Valcellina: è ormai accertato che il branco che da qualche tempo sta scorrazzando tra Erto e Casso e Cimolais è sceso più volte di latitudine, portandosi anche nei boschi attorno a Barcis e a Pala Barzana. La presenza di uno strato di neve in molte aree circostanti i centri abitati ha infatti permesso di individuare con certezza orme e tracce lasciate di notte da questi esemplari.
Il sindaco Claudio Traina si è quindi associato all’appello lanciato nei giorni scorsi dai colleghi di Erto e Casso e Cimolais, rispettivamente Fernando Carrara e Davide Protti. Gli amministratori hanno invitato alla cautela, in quanto il lupo non attacca l’uomo se non si sente minacciato e privo di vie di fuga. Quindi, nessun azzardo pur di scattare qualche selfie d’eccezione e maggiore attenzione nel lasciare residui di cibo e immondizie all’esterno delle abitazioni per non richiamare animali selvatici.
Carrara, che è anche presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane, ha contestualmente ricordato la situazione difficile che vivono gli imprenditori agricoli di montagna. «Ha ragione Carrara, a chiedere un immediato tavolo di confronto sul tema del lupo e della convivenza di queste specie con le attività silvo-pastorali della valle – ha detto Traina –. Ci sono varie aziende agricole di piccole dimensioni che si troveranno in condizioni critiche in caso di aggressioni al bestiame. Non possiamo chiedere loro di innalzare palizzate in ogni prato adibito a pascolo o di vegliare ogni notte. Dobbiamo coinvolgere subito tutti i soggetti interessati a questo nuovo scenario e vedere come affrontare le relative criticità. Ben vengano lupi, orsi e linci, segno che il Parco funziona a dovere, ma nessuno ci rimetta o chiuda l’azienda». — (FMV)>