Parco, agenda azzerata Sorte incerta per le guide

Centri visite sigillati, attività sospese almeno sino a dopo Pasqua e otto guide la cui sorte lavorativa è appesa a un filo: la crisi da coronavirus colpisce anche il Parco naturale delle Dolomiti friulane. Il presidente Gianandrea Grava sta facendo i salti mortali per evitare un contraccolpo dal quale l’ente con sede a Cimolais potrebbe non rialzarsi più. «La situazione è difficile, per non dire grave – ha detto –. Sono state annullate tutte le escursioni prenotate da qui a maggio. Ciò che fa più male è che agli inizi dell’anno l’agenda primaverile era praticamente al completo. Le gite scolastiche sono azzerate e dubito possano essere recuperate prima di giugno. Solo per questa voce prevediamo un calo di circa 20 mila presenze». Al Vajont il quadro è, se possibile, ancora più fosco: qui alla fine dell’anno di visitatori se ne conteranno sicuramente 50 mila in meno. Ma il disagio maggiore è per il personale. «Siamo disorientati – ha affermato il presidente –. I dipendenti amministrativi lavorano da casa grazie alla tecnologia, ma manutentori e guide sono di fatto disoccupati. Stiamo tenendo alta la vigilanza sul territorio insieme alle altre forze dell’ordine per evitare che il coprifuoco agevoli bracconieri e gente senza scrupoli. Per il resto, è tutto congelato e non abbiamo certezze sulla riattivazione dei servizi». fmv

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