Revisione delle società partecipate: l’Uti delle Valli e Dolomiti friulane, presieduta da Andrea Carli, mantiene le quote di Nip, Montagna leader e Leader consulting. Per quanto riguarda il Nip, il mantenimento è mirato allo sviluppo della zona industriale del territorio di riferimento, mentre per Leader consulting l’obiettivo è riuscire a individuare un percorso vantaggioso per i servizi attualmente gestiti dalla società. Montagna leader e Nip sono considerati enti strategici a livello locale. L’Uti detiene il 49 per cento delle quote del consorzio industriale. «Un’amministrazione deve effettuare un’analisi sull’assetto complessivo delle società dirette di cui l’ente è socio e di quelle indirettamente controllate – ha spiegato l’Uti –. L’analisi diventa un punto di sintesi di una valutazione complessiva della convenienza dell’ente a mantenere in essere partecipazioni societarie rispetto ad altre soluzioni. Ciò, nell’ottica di una maggiore responsabilizzazione degli enti soci, che sono tenuti a documentare ogni decisione in materia, non soltanto in fase di acquisizione delle partecipazioni, ma anche in sede di revisione, per verificare la permanenza delle ragioni del loro mantenimento. È da ritenere, anzi, che l’atto di ricognizione sia l’espressione più concreta dell’esercizio dei doveri del socio, a norma del codice civile e delle regole di buona amministrazione. L’analisi deve partire dalla riconducibilità delle società a determinate categorie strettamente necessarie per il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente». Nel 2019, l’Uti aveva optato per la dismissione della quota di partecipazione dell’Albergo diffuso Valmeduna e Val D’Arzino. — (f Mv)
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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