Otto sindaci su 27 dicono sì a una sola grande Comunità di montagna Dolomiti friulane-Destra Tagliamento. Il gruppo di primi cittadini ha inviato a Regione e colleghi amministratori municipali una lettera e un documento nel quale si entra nel merito del piano per il futuro del territorio con un’analisi di costi e benefici. Ciò in vista dell’importante appuntamento in calendario tra un mese: la norma regionale stabilisce che, entro il 15 settembre, i 27 consigli comunali deliberino in merito alla creazione di una o due Comunità di montagna.Il gruppo di primi cittadini ha inviato a Regione e colleghi amministratori municipali una lettera e un documento nel quale si entra nel merito del piano per il futuro del territorio con un’analisi di costi e benefici. Ciò in vista dell’importante appuntamento in calendario tra un mese: la norma regionale stabilisce che, entro il 15 settembre, i 27 consigli comunali deliberino in merito alla creazione di una o due Comunità di montagna. Il gruppo di sindaci ha tenuto a precisare un aspetto. «Ci troviamo nell’impegnativa situazione di operare scelte determinanti per il futuro del territorio, che devono prescindere da qualsiasi motivazione personale o partitica, che nulla hanno a che vedere con lo sviluppo delle nostre comunità». Ma ci sono amministratori che di un’unica Comunità non vogliono sentir parlare, alla luce pure del fatto che l’esperienza dell’Uti li ha delusi, se non addirittura penalizzati, come hanno in più occasioni evidenziato. La Valcellina, per esempio, propende per la doppia Comunità. Il sindaco di Erto e Casso Fernando Carrara ha da subito precisato di essere a favore di «due Comunità distinte e separate, col Cellina che fa da confine». —
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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