L’ordine del giorno approvato all’unanimità a Barcis è stato votato anche dai consigli comunale di Erto e Casso e Claut. Eppure, l’Uti non ne tiene conto e va avanti con lo spostamento di personale. La questione riguarda l’ex sede della Comunità montana di Barcis, che secondo il sindaco del paese, Claudio Traina, dovrebbe restare aperta. Traina ha inviato ai Comuni della zona una mozione, già approvata dai suoi consiglieri, in cui si chiede all’Uti di trovare una soluzione per l’immobile. In caso di una sua definitiva soppressione, i rischi di spreco di denaro pubblico sarebbero evidenti, soprattutto se si pensa che da poco sono terminati i lavori di adeguamento degli impianti.
«Siamo avviliti e sconcertati, in quanto non abbiamo ricevuto alcuna risposta – ha commentato Traina anche a nome dei colleghi di Claut ed Erto e Casso, Franco Bosio e Fernando Carrara –. La montagna, quella vera, si sente sempre più abbandonata e inascoltata. Non pare un progetto assurdo dislocare a Barcis alcuni servizi dell’Uti. Invece, in questi giorni altri dipendenti sono stati spostati a Maniago, rendendo l’ipotesi della chiusura sempre più consistente. La Valcellina non è nemmeno degna di avere un sub-ambito, a differenza di altre realtà molto meno vaste in fatto di territorio». Nei giorni scorsi, sul nuovo raggruppamento di municipi voluto dalla Regione si erano alzati i primi mugugni. All’Austir, una sorta di ente regionale di coordinamento delle Unioni, è stato eletto il sindaco di Montereale, Igor Alzetta, al posto di Traina. Alzetta è già vicepresidente della stessa Uti