«Aderire alla Comunità di montagna ovest è una scelta responsabile, ponderata e condivisa». Parola della maggioranza Carli, che ha voluto dire la sua dopo che si è infiammato il dibattito. «L’unica scelta politica è aver deciso di dare alla luce due comunità anziché una, come noi abbiamo sempre sostenuto a differenza della maggioranza dei Comuni – aggiunge l’esecutivo –. La nostra decisione non è stata “inquinata” da dettami o imposizioni dei partiti. La ragione predominante è semplice e sta nel fatto che Maniago ha un forte legame con la Valcellina. Ragioni di natura storica, geografica, antropologica, culturale». Innanzitutto, il Cellina, sulle sponde del quale si affacciano tutti i comuni, compreso Maniago: corso d’acqua che non ha mai diviso, ma unito le genti. Quindi, le opportunità lavorative del secondo Dopoguerra: Maniago ha accolto schiere di giovani valligiani in cerca di nuove opportunità nelle aziende pedemontane: l’esecutivo ricorda che la zona industriale del Nip nasce in seguito al disastro del Vajont per dare lavoro a tutta l’area.
Il primo legame geografico e antropico tra Maniago e la Valcellina è l’antica via che attraversa, unendoli, città del coltello, Andreis e Barcis: il percorso che attraversa Forcella La Croce e che per secoli è stata l’unica via di comunicazione tra la valle del Piave e la pianura pordenonese. «Il contesto geografico vede Maniago come naturale sbocco a valle delle comunità di Valcellina, Val Colvera e Val Meduna – sottolinea la maggioranza –. Attraverso questo legame si sono intrecciate relazioni sociali e scambi economici che hanno gettato le basi per imprenditoria, industria e commercio del territorio, evolvendo in strutture di gestione a livello consortile come il Nip, che comprende le zone industriali di Maniago, Montereale Valcellina, Claut, Cimolais, Erto e Casso, Meduno. Interconnessioni strutturali, che vedono l’economia del territorio come un unico ecosistema produttivo».
Quindi, i progetti comuni legati al turismo: dai municipi Bandiera arancione agli anelli ciclabili nelle valli, alla promozione dell’enogastronomia. «Come possiamo disconoscere ciò e pensare allo sviluppo di quest’area senza la Valcellina? – si chiede l’esecutivo Carli –. Le nostre decisioni devono trascendere vicende politiche e beghe dell’oggi per pensare al futuro di questo territorio interconnesso. Altri Comuni come Maniago si sono espressi, altri si apprestano a pronunciarsi allo stesso modo. Cerchiamo di ricomporre quanto artificialmente si era allentato». – fmv