«Rispetto alla chiusura in via sperimentale delle sedi della guardia medica di Claut, Anduins di Vito d’Asio e Meduno, le rassicurazioni dell’assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi ci fanno ben sperare, anche perché ci ha garantito che, se non si troveranno soluzioni migliori entro il 31 dicembre, il decreto verrà stralciato. Essendo un uomo di parola, sappiamo di poterci affidare alla sua mediazione. Del resto quando si parla di dare priorità ad anziani e bambini nella gestione della sanità si fa indirettamente l’esempio della montagna: nel contesto regionale siamo come anziani e bambini, cioè quelli che hanno bisogno di maggior tutela non di tagli. Si chiudano semmai le sedi centrali, che tanto a fianco hanno un ospedale».
Lo ha affermato il sindaco di Claut Gionata Sturam, dopo l’incontro con Riccardi e il direttore generale di Asfo Joseph Polimeni, al quale hanno preso parte anche gli altri amministratori dei comuni interessati dai tagli delle sedi, ma anche di quelli che subiranno le conseguenze negative di quest’ultima decisione, che Sturam non aveva esitato a definire scellerata.
Riccardi ha fatto sapere che la telemedicina potrebbe rappresentare una soluzione per l’area montana.
Dal canto loro, i primi cittadini hanno ribadito di avere bisogno di tutele, non di tagli continui ai servizi.
«Non siamo cittadini di serie B, abbiamo tutti i diritti di avere un presidio sanitario in montagna – aveva messo in evidenza Sturam nei giorni scorsi, invitando i colleghi ad appendere un camice bianco in segno di protesta fuori delle sedi dei municipi –. Il nostro riferimento di guardia medica dovrebbe essere Maniago? Questa soluzione funziona soltanto in teoria, perché la realtà è ben altra cosa e un’area così ampia non può essere servita solo dalla guardia medica maniaghese, che in inverno può distare anche più di un’ora, in caso di meteo avverso».