Cimolais e Claut sono gli unici due Comuni del Pordenonese a far parte di un vasto progetto di valorizzazione turistica promosso in ambito Unesco. Una pattuglia composta da 78 amministrazioni civiche del Triveneto ha infatti presentato una proposta di finanziamento congiunta al Ministero del turismo. In ballo ci sono circa 4 milioni di euro per la promozione del territorio e la sua fruibilità. Cinque le Province coinvolte: Belluno, quelle autonome di Trento e Bolzano, Udine e Pordenone. Il piano di investimenti nasce all’interno della tutela Unesco che da più di un decennio ha dichiarato le Dolomiti “patrimonio dell’umanità”. In Fvg partecipano al bando solo i municipi di Forni di Sotto e di Sopra oltre a Claut e Cimolais. La richiesta di contributo parte da un presupposto: l’area dolomitica è organizzata in nove sistemi di paesaggio diversi, con 15 mila strutture ricettive, 300 mila posti letto potenziali e 40 mila persone occupate nel settore della ricettività. Vi è però un enorme divario tra le presenze estive e invernali e gli altri periodi dell’anno, quando il numero di visitatori crolla. Con i fondi governativi si cerca proprio di riempire vallate e alberghi anche in primavera e in autunno.L’obiettivo del maxigruppo di Comuni guidati dall’agordino Livinallongo di Col di Lana è anche il potenziamento dell’accessibilità. Si vuole cioè incrementare la possibilità di visita da parte di famiglie, anziani e disabili. Per questo si sta pensando a sistemi di marketing congiunti come l’iscrizione a una piattaforma digitale curata dal Ministero del turismo.Poi c’è l’individuazione di itinerari che consentano a chiunque di godere delle bellezze naturali. La pandemia ha colpito il trend di presenze anche all’interno del perimetro Unesco. C’è però chi ha sofferto di più la flessione di escursionisti, e tra questi si conta proprio il Parco naturale delle Dolomiti friulane, con Claut e Cimolais. Di qui la voglia di riscatto. FMV
CIMOLAIS EVENTI
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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