Dallo stipendio agli aiuti per i figli: ora i dipendenti comunali saranno pagati come i regionali

I Comuni, specie i più isolati, non sono attrattivi in termini di personale? Le cose potrebbero presto cambiare. La Regione si prepara infatti a parificare gli emolumenti dei neoassunti negli enti locali a quelli regionali. Stesso stipendio e stessi bonus: dai contributi per i testi scolastici a quelli per le colonie estive, dalle rette degli asili nido alle spese funerarie, dai prestiti personali ai mutui passando per le protesti dentarie, acustiche e ortopediche. Quanto al 27 del mese, la parificazione porterebbe nelle tasche dei dipendenti Comunali da un minimo di 300 euro netti l’anno per la categoria A, la più bassa, a un massimo di 1.500 euro circa per la più alta, la D. Risorse che oggi i regionali percepiscono sul salario aggiuntivo, circa il 40% più corposo di quello dei colleghi in forze ai Comuni. Livellando anche quest’ultima differenza (materia della prossima trattativa per il rinnovo del contratto, scaduto a dicembre 2018), l’assessore alla funzione pubblica, Sebastiano Callari, conta di combattere la disaffezione del pubblico impiego regionale per i municipi, specie quelli meno appetibili, vuoi per dimensione, vuoi per collocazione geografica.

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