Issata in spalla e “salvata” dal gestore del rifugio Pordenone

Di necessità virtù, come dice il proverbio: ed è stato così che il gestore del rifugio Pordenone, in accordo col Soccorso alpino della Valcellina, ha raggiunto per primo e si è caricato in spalla un’escursionista con una caviglia fratturata. Dopo di che, issatala a bordo del proprio fuoristrada, l’ha portata nel parcheggio del rifugio, dove è stata presa in carico dai sanitari del 118, giunti in ambulanza da Cimolais. Al Soccorso alpino della Valcellina, la richiesta d’aiuto è arrivata verso le 19 di martedì direttamente dai gestori del rifugio Pordenone, raggiunti da uno dei compagni di gita della donna, S.D.B., 65 anni, di Udine, caduta durante la discesa dalla val Menon nei pressi di casera dei Pecoli, in val Cimoliana.

Si tratta, oltretutto, dello stesso punto in cui l’altro giorno è deceduto un escursionista di Verona, che invece stava percorrendo il sentiero in salita. La zona è priva di copertura telefonica.

La donna non era più in grado di camminare, e il gestore del rifugio Pordenone, d’accordo con il capostazione del Soccorso alpino della Valcellina con cui era in comunicazione via radio, si è mosso per primo col suo fuoristrada per raggiungere l’infortunata. Il rifugio, infatti, è il punto più vicino. Le squadre del Cnsas si erano nel frattempo mosse da Claut, ma avrebbero impiegato molto più tempo ad arrivare lungo la strada.

Considerato l’approssimarsi del buio (motivo per cui l’elicottero non aveva potuto levarsi in volo), ha caricato la donna in spalla e l’ha trasportata in auto fino al parcheggio del rifugio, dove è stata accolta dall’ambulanza partita da Cimolais.

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