Ha tenuto a precisare che «allo stato, è soltanto una proposta, una suggestione». Eppure, per Renzo Tondo, presidente di Autonomia responsabile in consiglio regionale, l’istituzione di 5 Unioni territoriali intercomunali, di cui una dedicata alle Alpi friulane e dolomitiche, «è una soluzione logica, affascinante e fortemente identitaria. Potrebbe essere una delle travi portanti della controriforma degli enti locali, e per questo ci confrontiamo con gli amministratori locali». È questo lo spunto principale di una visita alla montagna pordenonese di Renzo Tondo e Valter Santarossa, entrambi consiglieri regionali di Autonomia responsabile, che hanno fatto tappa a Barcis, Claut, Cimolais ed Erto e Casso. «Sono piccole, incantevoli realtà che devono essere valorizzate sotto il profilo turistico con pacchetti ad hoc – hanno detto i consiglieri di Autonomia responsabile –. Dobbiamo superare un equivoco: il turismo non si fa soltanto con mare o neve, ma anche con cultura, sport e valorizzazione delle peculiarità. C’è un turismo di nicchia in costante crescita cui dobbiamo offrire la storia, la natura e il patrimonio di conoscenze del lago di Barcis e del Vajont. C’è l’esigenza di creare un pacchetto complessivo di questo territorio, per evitare lo spezzettamento. Chi arriva a Barcis, deve essere incoraggiato a proseguire nella visita della Valcellina».
«L’aspetto più gratificante – ha aggiunto Tondo – consiste nel fatto che ho trovato realtà attive, consapevoli delle difficoltà, ma propositive. La Regione deve dialogare di più con il territorio, il quinquennio di ricatti e minacce della giunta Serracchiani sta finalmente volgendo al termine».
Tondo e Santarossa hanno poi illustrato la proposta di legge per tagliare le tasse alle imprese della montagna: «Eliminazione dell’Irap per le imprese della montagna. Azzeramento dell’addizionale Irpef regionale e comunale. Agevolazioni fiscali con un unico vincolo: la tutela dei livelli occupazionali. Sono questi i passaggi più significativi di una norma che ha un obiettivo di fondo: creare le condizioni socio-economiche affinché la montagna friulana rialzi la testa e argini il fenomeno dello spopolamento. La fuga da quei territori è un processo in atto da decenni, che non si può fronteggiare a colpi di luoghi comuni o con un atteggiamento di rassegnato fatalismo».
Chiude Renzo Tondo, ricordando che «questa legge potrebbe chiudere un cerchio che avevo tratteggiato già nel 1998, da assessore alla montagna. All’epoca, avevo 0suddiviso per fasce il territorio montano, e previsto misure di sostegno speciale per le zone più esposte. La proposta di legge in oggetto consente finalmente alla montagna di competere ad armi pari con i territori limitrofi, a iniziare da Austria e Slovenia». fonte Messaggero Veneto