Un anno è già passato senza che un sasso venisse rimosso dai greti della Valcellina. E mentre si avvicina la fatidica data del 2022, quando il Cellina tornerà a inghiaiarsi come nel 2014, il Friuli Venezia Giulia importa materiale inerte dalla Slovenia. Capita anche questo, a Barcis, dove a luglio 2015 venne inaugurato il nuovo troncone della regionale 251 all’altezza del torrente Varma. Un’opera attesa da decenni, dopo che il corso d’acqua, congestionato da centinaia di metri cubi di pietrame in eccesso, aveva sospeso la circolazione decine di volte. In quell’occasione, la Regione snocciolò i dati: in condizioni normali, il Cellina e affluenti vari impiegheranno circa 7 anni per riportare l’alveo nella fascia d’emergenza. Da allora, però, nessun camion ha varcato l’ex statale verso la pianura carico di materiale inerte. Anzi, l’altro giorno a Trieste è stato approvato il piano regionale delle cave e il consigliere Aurelio Revelant ha denunciato l’importazione di sabbie e ghiaie dalla Repubblica di Slovenia. «Da quando sono stato eletto, un anno fa, ho preso in mano l’incartamento e ho sollecitato vari incontri con gli uffici regionali – ha commentato il sindaco di Barcis, Claudio Traina –. Spero che questa sia la volta buona per incontrarsi e sbloccare un iter atteso da tutti. Fa male sapere che paghiamo oro all’estero delle materie prime che in valle non soltanto abbondano, ma addirittura creano disagi e pericoli. L’economia locale potrebbe essere sostenuta da un intervento serio e concordato di bonifica» fonte : Messaggero Veneto
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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