Tre cervi uccisi nell’arco di una poche ore, in un tratto di 14 chilometri. Una notte, quella tra mercoledì 3 e giovedì 4 maggio, che un giovane di Barcis non dimenticherà facilmente: il minivan che stava guidando si è trovato di fronte un cervo maschio di 180 chilogrammi che ha sfondato il parabrezza.
Al giovane, rimasto fortunatamente illeso, non è rimasto altro da fare che chiamare i soccorsi.
Sul posto è intervenuto Michael Bergamo del centro di recupero fauna selvatica di Fontanafredda, chiamato intorno alle 3.15. L’incidente è avvenuto al chilometro 68 della Sr 251, a ridosso dell’abitato di Barcis.
Il giovane si è trovato di fronte l’ungulato all’improvviso e non è riuscito a evitarlo: il cervo ha sfondato il parabrezza, distruggendo il cofano. Lo spavento per il conducente è stato molto, ma non è rimasto ferito.
Mentre Bergamo stava recuperando la carcassa dell’animale sono arrivati altri automobilisti che hanno segnalato la presenza di due cervi morti lungo la 251.
Una femmina gravida del peso di 150 chili è stata rinvenuta al chilometro 74, un altro maschio di 150 chili giaceva al chilometro 82. Si ipotizza che siano stati investiti da due mezzi pesanti che non si sono fermati.
Un problema, quello dell’attraversamento degli ungulati e in generale della convivenza tra automobilisti e fauna selvatica, ben noto non solo nelle zone montane.
«C’è una quantità di fauna enorme – spiega l’assessore regionale Stefano Zannier – e il numero di incidenti è sempre molto alto. Gli automobilisti devono fare attenzione».
Se da una parte la Regione sta cercando soluzioni per proteggere le arterie stradali, come i dissuasori, dall’altra parte indennizza all’80 per cento chi si è trovato coinvolto in un incidente con un animale selvatico. Ovviamente previa perizia.
Meglio, tuttavia, prevenire: le zone dove è necessario tenere maggiormente alta l’attenzione sono quelle di Cimolais, Barcis e Claut ma anche tutta la Pedemontana (Aviano, Polcenigo e Budoia). (fonte MV)