Scarseggia l’anidride carbonica per uso alimentare. E le aziende che producono e imbottigliano le acque oligominerali si trovano a fare i conti con l’assottigliamento delle scorte della CO2, che viene addizionata ad acqua e bibite per renderle frizzanti, attraverso il processo della carbonazione.
Per recuperare l’agognato gas le aziende sono così costrette a ricorrere al mercato internazionale, che ugualmente vive un momento di rallentamento della distribuzione delle forniture. Il motivo? Le imprese del settore sembrano orientate, da alcune settimane a questa parte, a privilegiare il settore della sanità rispetto a quello alimentare.
Il risultato? L’inevitabile aumento dei prezzi della CO2, cresciuti sensibilmente da tre anni a questa parte e ulteriormente impennati negli ultimi mesi.
Osserva l’evolversi della situazione anche Dolomia: l’azienda di Cimolais al momento non si è trovata nelle condizioni di dover ridurre la produzione di acqua gassata, come confermato dal responsabile dello stabilimento, Claudio Muzzo.
Con la carenza di anidride carbonica devono fare i conti anche i birrifici, ma pure altri settori dell’agroalimentare che utilizzano la CO2, come salumifici e produttori caseari. f mv