Le nostre chiese, grandi e piccole, in città o negli sperduti paesini di montagna sono dei veri musei del territorio; contengono opere d’arte di inestimabile pregio e di grandi autori che fra il 1500 e il 1600 hanno scolpito altari, statue e dipinto pale con grande maestria e bravura. Nel piccolo borgo di San Floriano a #Cimolais nella chiesetta omonima, l’altare maggiore è stato realizzato nella metà del XVII sec. da Giovanni Battista Auregne, autore bellunese molto attivo in Valcellina; a lui si devono anche molti altari della chiesa parrocchiale di Cimolais. L’azata ha un ampio arco che impegna il frontale, due colonne scanalate, frontone triangolare rientrato e sporto mediano su mensola. La pala (non originale) è di E. Manfrin ed è stata realizzata 1800, raffigura san Ermacora Vescovo rivolto verso la madonna della misericordia, e San Fortunato. Questi Santi sono un esplicito richiamo all’antica appartenenza di Cimolais alla diocesi di Udine.
Il Santo è rappresentato con una brocca mentre spegne il fuoco sul tetto della chiesetta. Gli incendi in quel periodo erano molto frequenti anche per il fatto che i tetti erano in paglia, come testimonia anche un ex voto della fine del XVI in cui si vede una parte dell’abitato andare a fuoco.