Approvato il piano triennale delle azioni positive dell’UTI delle Valli e delle DOlomiti friulane, valevole anche per il Comune di Cimolais. Il Piano intende attuare nell’Unione e nei Comuni ad essa appartenenti quanto stabilito dal Decreto Legislativo n.198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246” e quindi assicurare la rimozione degli ostacoli che impediscono la piena realizzazione di pari opportunità di lavoro e nel lavoro tra uomini e donne.
La legislazione indica prioritariamente l’obiettivo di eliminare le disparità di fatto che le donne subiscono nella formazione scolastica e professionale, nell’accesso al lavoro, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa, soprattutto nei periodi della vita in cui sono più pesanti i carichi ed i compiti di cura familiari ,attraverso : • individuazione di condizioni ed organizzazioni del lavoro, che, nei confronti delle dipendenti e dei dipendenti, provocano effetti diversi a seconda del genere, costituendo pregiudizio nella formazione, nell’avanzamento professionale, nel trattamento economico e retributivo delle donne; • facilitazione dell’inserimento delle donne nei settori e nei livelli professionali nei quali esse sono sottorappresentate, favorendo altresì l’accesso ed il riequilibrio della presenza femminile nelle attività e nelle posizioni gerarchiche; • adozione di strumenti ed istituti (anche mediante una diversa organizzazione del lavoro e/o in relazione ai tempi di lavoro) che possano favorire la conciliazione fra tempi di vita e di lavoro. • informazione / formazione tesa alla promozione di equilibrio tra le responsabilità familiari e professionali, ed una migliore ripartizione di tale responsabilità tra i due generi. L’obiettivo che gli Amministratori dell’Unione intendono perseguire è quello di dare vita ad un’Unione DISTRIBUITA E COLLEGATA, COLLABORATIVA E COOPERATIVA, ritenendo che in un’Unione le differenze sono necessarie e se collegate sono una ricchezza. In una Unione così identificata i servizi sono organizzati e distribuiti secondo il principio della vicinanza ai bisogni, della efficienza e dell’economicità, in un concetto dove l’esercizio del comando e del controllo delle funzioni segue il principio collaborativo alla partecipazione all’accesso alla reti di conoscenza. Questo porta alla definizione di un “patto di responsabilità” tra sindaci anche nel rapporto finanziario ed organizzativo tra Comuni e UTI secondo il quale, per il triennio 2017-2019, l’Unione si fa carico delle spese dei servizi generali delle funzioni ex art. 26 della L.R. 26/2014; mentre i Comuni, organizzati per subambito funzionale, coprono le spese delle funzioni ex artt. 27 e 28 della L.R. 26/2014 oltre che per i servizi comunali. Tale nuovo concetto porta ad una modifica dell’organizzazione del lavoro che tocca in modo diverso tutti i lavoratori dipendenti dell’Unione e dei venti Comuni ad essa appartenenti. Questo genera rottura di routine e necessita di adattamenti anche nel tempo di vita oltre-il-lavoro, che sulle donne probabilmente peserebbero di più, minando quindi le “pari opportunità”, il benessere ed anche, in ultima analisi, il servizio offerto ai cittadini. Da qui sorge la necessità di dare una natura sperimentale, necessariamente soggetta a revisioni e ad adattamenti, sulla base dei monitoraggi, via via che le funzioni ed i soggetti saranno cambiati. Da qui deriva anche la scelta di costruire un Piano unico per l’unione e per i Comuni che ne fanno parte.