Appello sull’uso corretto delle ciaspole nel Parco

Anche le vallate pordenonesi non sono esenti da rischi come valanghe, infortuni in quota e cadute accidentali. Soprattutto quando i turisti si avventurano in escursioni improvvisate, senza le adeguate attrezzature. Per questo il Parco naturale delle Dolomiti friulane è sceso in campo, mettendo a disposizione dei visitatori i consigli dei propri esperti.

Nelle newsletter inviate in tutta Italia e anche all’estero viene dedicato ampio spazio agli avvisi su come si devono affrontare le vette locali senza incorrere in inutili pericoli. In particolare in queste settimane di fine inverno l’ente ambientale con sede a Cimolais si concentra sulle insidie della neve, fresca o consolidata che sia. La guida Omar Gubeila ha lanciato un appello sull’uso corretto di racchette e ciaspole, sempre più diffuse all’interno del perimetro protetto e anzi incentivate da specifici itinerari del Parco.

«Spesso si sottovalutano questi ausili ritenendo erroneamente che non possano provocare slavine – ha scritto il referente delle Dolomiti friulane –. Si tratta di strumenti di progressione che causano una notevole sollecitazione sul terreno. Quando si procede su percorsi non controllati è quindi necessario dotarsi di kit di sicurezza: pala, sonda e set di localizzazione per individuare il ferito sotto un’eventuale valanga. Ma prima di mettersi in cammino questi dispositivi vanno testati. Anche calzature e indumenti devono essere idonei per evitare che le ghette spingano la neve all’interno del piede, con rischi di congelamento nei casi più estremi». — FMV

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Approvato dal Consiglio comunale il REGOLAMENTO PER LA GESTIONE DELL’AREA ADIBITA A ORTO COLLETTIVO SOCIALE

L’amministrazione comunale ha approvato il regolamento e individuato l’area per la realizzazione di un orto collettivo sociale. L’orto collettivo sociale si propone come un luogo dedicato alla socialità, all’apprendimento e alla sperimentazione in cui riscoprire la dimensione umana e sociale della comunità residente come luogo di aggregazione, accogliente ed inclusivo diretto anche a persone in condizioni di disagio, anziani, portatori di handicap e ospiti della Casa Albergo per Anziani di Cimolais, con la finalità di promuovere l’integrazione sociale offrendo la possibilità di produrre in proprio ortaggi ed erbe aromatiche attraverso percorsi strutturati;
Lo spazio individuato per la realizzazione dell’orto collettivo sociale è l’area sita
in località Mugolio, identificata al Foglio 27 Mappale 435;

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Torrenti Arcola e Pentina In corso lo sghiaiamento

Prosegue, a Barcis, lo sghiaiamento di 50 mila metri cubi di inerti dall’alveo del torrente Arcola e dal limitrofo Pentina. Mezzi al lavoro per completare l’intervento, che secondo il sindaco Claudio Traina non rimarrà isolato. «Per quest’opera – afferma il primo cittadino – ringrazio l’assessore regionale Cristina Amirante –. Si tratta di un intervento finalizzato a garantire il collegamento con l’Alta Valcellina. Abbiamo visto che, specialmente in ottobre, nell’arco di un mese e mezzo un rio che non porta più acqua di una grondaia ha messo a rischio il collegamento».

A giudizio di Traina, il problema non si risolverà con questo intervento. «Il nostro bacino aveva una capacità di invaso originaria di 20 milioni di metri cubi, oggi si è ridotto alla metà. Stiamo parlando di lavori di sghiaiamento necessari – osserva ancora il sindaco di Barcis –, che andrebbero completati entro il 2029, quando è previsto il termine della concessione». «Il nostro compito, quindi, è sollecitare gli enti – prosegue – sperando in una presa di posizione su un tema importante per il territorio». Traina è dell’idea, per una serie di ragioni, che «più il lago è pieno d’acqua meglio me. Per questo, bisogna trovare delle soluzioni di escavazione anche con alti livelli di acqua. Per il momento, cerchiamo di garantire la gestione delle emergenze».

Si è deciso di approfittare delle settimane di secca dell’invaso idroelettrico, al momento vuoto per manutenzione e interventi straordinari. Non solo sghiaiamento. A inizio gennaio, la Regione ha annunciato un progetto per la creazione di una viabilità esterna al centro abitato: Amirante ha illustrato a Traina la tabella di marcia dei lavori. «Si tratterà della concreta soluzione all’annoso problema della ghiaia in eccesso», aveva commentato Traina, che dal 2021 chiede un nuovo ponte su cui dirottare i camion carichi di inerti. La carreggiata, secondo quanto riferito dal sindaco, si snoderà sulla destra lago e dovrebbe consentire di programmare un costante prelievo di sassi dal Cellina e dagli affluenti. —

fmv

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Il recupero del materiale legnoso del lago di Barcis: L’assessore Zannier: «Opportunità per i giovani»

«La virtuosità e l’innovazione dell’iniziativa sta nel fatto di essere un progetto di sistema. In una fase successiva si potrà avviare anche un monitoraggio a monte in modo tale da gestire e limitare la quantità di legname che dal torrente Cellina viene trasportato nell’invaso di Barcis in modo particolare dopo eventi atmosferici avversi». Così l’assessore regionale Stefano Zannier durante la presentazione del progetto di recupero del legno dal lago di Barcis, presentato in municipio.

«Le ricadute positive, generate dalla rimozione e dal riutilizzo dei tronchi recuperati – ha aggiunto – favoriranno l’attrattività del luogo montano attraverso le attività di filiera. Si vuole provare a far nascere l’idea che, sia attraverso la creazione di nuove occasioni di lavoro nella trasformazione del legname che dalla possibilità di trasformare il materiale in opere d’arte, i giovani possano cogliere l’opportunità di vivere in montagna all’insegna dalla valorizzazione dell’ambiente – ha concluso l’assessore Zannier –, della rivitalizzazione dei piccoli centri e del ripopolamento delle terre alte» . —fmv

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Legno recuperato dal lago Nuove risorse per Barcis

Recuperare il legno che si deposita nel lago di Barcis a causa degli eventi meteo avversi per utilizzarlo per finalità produttive, con l’obiettivo di mettere a disposizione nuove opportunità economiche per il territorio. Sono i contenuti dell’intervento presentato in municipio, reso possibile dalla sinergia tra Regione, Comune e Gea.

Sono intervenuti l’assessore regionale alle risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Stefano Zannier, il consigliere regionale Lucia Buna, il presidente della Magnifica comunità di montagna Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio, Dino Salatin, il sindaco Claudio Traina, il presidente di Gea, Gianfranco Marino, tecnici della società, tra cui Roberto Tomasini che ha curato la redazione del progetto sperimentale, e il Gruppo di azione locale Montagna leader.

La Regione ha concesso un finanziamento di 500 mila euro. Attualmente il lago di Barcis è vuoto per manutenzione e interventi straordinari. Recupero del legno: Zannier ha detto che «la sfida è mettere il prodotto nella disponibilità di soggetti che lo possono usare. Il progetto potrebbe dare sostegno a una comunità più ampia di quella di Barcis». «Si tratta – ha osservato Traina – di un progetto innovativo che cerca di contrastare l’abbandono delle nostre montagne». Marino ha evidenziato che è il risultato di «una bellissima forma di partecipazione di più enti». Il progetto «punta a rimuovere la grande quantità di legname trasportata dal torrente Cellina e accumulatasi nel lago in seguito ai sempre più frequenti eventi meteorologici avversi degli ultimi anni», ha spiegato Zannier.

Per la realizzazione del progetto (il Comune si basa anche su esperienze simili avviate nel lago di Iseo) si rende necessario allestire una chiatta e imbarcazioni con attrezzature necessarie per consentire di eseguire i lavori di recupero e stoccaggio del legname presente nell’invaso idroelettrico.

Attraversamento i fondi regionali «saranno consentiti – ha sottolineato Zannier – gli investimenti per l’acquisto di una piattaforma galleggiante dotata di braccio meccanico, draghe e attrezzature per la rimozione di tronchi e ramaglie al fine di un ripristino ambientale in sicurezza e consentendo la fruibilità del lago e della sua bellezza paesaggistica, oltre che a renderlo nuovamente utilizzabile per le attività turistiche in ogni stagione». Il materiale «potrà essere trasformato da rifiuto a risorsa e trovare un riutilizzo». Il recupero del legname «consente poi la riduzione dell’inquinamento, impedendo il rilascio di sostanze che possono alterare la qualità dell’acqua».

Il progetto punta anche a valorizzare l’ambiente. Verranno sperimentate, inoltre, nuove forme di collaborazione per la creazione di una filiera di economia circolare che possa anche generare posti di lavoro (per esempio attraverso una segheria di comunità per la produzione di materia prima e pannelli per l’industria del mobile della regione) nelle fasi di stoccaggio e trasformazione del materiale recuperato. Infine, si punta anche a rendere la zona attrattiva attraverso un connubio tra giovani e arte: si pensa a spazi, lungo le sponde del lago, per la “Land art” offrendo la possibilità a giovani artisti di lavorare e vivere nel territorio. —fmv

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Beni da razionalizzare Immobili e terreni finiscono in vendita

Una razionalizzazione di beni per evitare sprechi e introitare qualche somma a bilancio: l’amministrazione comunale di Cimolais fa ordine nelle proprietà e mette in vendita tre edifici e numerosi lotti di terreno. Nel caso dei fabbricati si tratta di quote parziali, mentre per boschi e prati la titolarità è esclusiva. Nella maggior parte dei casi si tratta di piccole porzioni incolte che potrebbero interessare ai confinanti, anche nell’ottica di ridurre i frazionamenti eccessivi: i fondi agricoli e forestali della Valcellina sono caratterizzati da un numero altissimo di intestatari a causa dei mancati aggiornamenti dei registri immobiliari dopo lo spopolamento di massa del secolo scorso.

Il valore parte da “fazzoletti” di 30 euro ciascuno a compendi più corposi che superano i 2 mila euro. Nel caso dei tre edifici, il sindaco Davide Protti spera invece di incamerare circa 25 mila euro. Proprio su questa tema anche Cimolais ha recentemente adeguato i valori fiscali su cui calcolare l’imposta locale.  I tecnici della Magnifica Comunità montana delle Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio hanno mappato la valle, stabilendo i prezzi di mercato delle varie aree urbane, agricole e artigianali. Su questi valori sarà ora quantificato l’importo dovuto dai cittadini per l’Ilia, l’imposta sugli immobili. fmv

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Certificazione di sostenibilità per il legname di Cimolais

Da tempo anche il Comune di Cimolais aderisce al sistema Pefc per la certificazione di sostenibilità del proprio patrimonio boschivo.

Alla pari di altre realtà della montagna friulana, l’amministrazione del sindaco Davide Protti ha sottoscritto in questo senso un protocollo con l’Unione delle Comunità montane: all’interno dell’associazione istituzionale è infatti nato un gruppo di lavoro che punta a sfruttare in modo green le risorse forestali.

In questi giorni è stato rinnovato un contratto di appalto per mettere concretamente in atto il protocollo. La cooperativa Legno servizi è stata nuovamente incaricata di certificare nero su bianco come vengano utilizzate queste risorse pubbliche dell’ente locale.

Cimolais gode di migliaia di ettari di terreni alberati, molti dei quali soggetti a sfruttamento senza impatto ambientale. Grazie al bollino di qualità ottenuto dal programma internazionale Pefc, il legname ricavato dai boschi della zona acquisisce maggior pregio sui mercati. Il marchio opera in tutto il mondo tanto che attualmente sono poco meno di 200 milioni gli ettari vincolati al progetto.

L’intervento della ditta specializzata costa circa mille euro e va rinnovato di anno in anno, dimostrando i reali sforzi compiuti dal municipio in questa direzione.Protti ha ricordato l’importanza di coniugare il turismo alle tradizionali attività silvopastorali che nel tempo sono state abbandonate e tanti guai stanno provocando al territorio alpino.

«Frane, sentieri che scompaiono e bosco che avanza tra le case più appartate dimostrano la necessità di occuparci quotidianamente del delicato ecosistema in cui abitiamo» ha commentato al proposito il primo cittadino. —

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Un messaggio per San Valentino

Promossa dall’Amministrazione comunale l’iniziative di invio di un messaggio per San Valentino

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Incontri per genitori organizzati dal Servizio Sociale dei Comuni

4 incontri per conoscere le sfide della prima infanzia organizzati dal Servizio Sociale dei Comuni Valli e Dolomiti Friulane – presso la Scuola per l’0infanzia di Claut da venerdì 14 febbraio

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Approvate dalla Giunta le tariffe per servizi comunali

Approvate dalla Giunta le tariffe per servizi comunali : occupazione suolo pubblico, mercati, pubblicità, pubbliche affissioni

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Lavori sul Cellina I residenti protestano: «Traffico, costi e poca condivisione»

Disagi viari, oneri insostenibili e dubbi ambientali. Il lavoro in corso tra Ravedis e Barcis per il ripascimento del greto del Cellina sta scatenando una serie di proteste e distinguo.

Il primo arriva da alcuni abitanti di via Verdi e Via Garibaldi, a Montereale Valcellina: da quando è iniziato il trasporto di 50 mila metri cubi di ghiaia da Barcis, il troncone di strada che sale in Valcellina e che passa in mezzo alle case si è riempito di camion. «Stiamo parlando di un pezzo di strada senza marciapiedi e che sbuca in mezzo un’autentica strettoia di edifici – ha spiegato al proposito Domenico Martinuzzi –. Il via vai di tir provoca continue sollecitazioni e quindi lesioni agli immobili adiacenti. Al sindaco Igor Alzetta avevamo denunciato la situazione di disagio ancor prima che si attivasse il cantiere. Segnalando anche la possibilità di ripristinare un vecchio pistone di servizio che dal cimitero scende in alveo: l’infrastruttura venne realizzata per la costruzione dell’impianto di Ravedis e oggi potrebbe rappresentare un’alternativa all’attuale tracciato usato dagli autotreni».

Poi c’è la questione costi: per depositare 50 mila metri cubi di inerti ai piedi del ponte di Ravedis la Regione spenderà un milione di euro. Praticamente 20 euro al metro cubo, un prezzo completamente fuori mercato secondo comitato e amministratori che renderebbe più conveniente spargerla in alveo per il ripascimento (si tratta di un rilascio oltre il muro della diga di quanto viene prelevato più a monte in modo tale da ricostituire l’apporto naturale del corso d’acqua).

«Siamo stati più volte contattati da ditte e consorzi di cavatori che sarebbero disposti ad eseguire lavori di bonifica in cambio del pietrame, permettendo così alle casse pubbliche di non dissanguarsi» ha puntualizzato da parte sua il primo cittadino di Barcis, Claudio Traina. «Ogni anno e senza emergenze meteo, il Cellina spinge nel lago 200 mila nuovi metri cubi cioè quattro volte quello che stiamo rimuovendo in queste ore» ha ricordato l’amministratore.

Infine il circolo Prealpi carniche di Legambiente che certifica nero su bianco “il fallimento del Laboratorio Lago di Barcis”.

«Quello che doveva essere un tavolo di concertazione non ha prodotto nulla in due anni e mezzo dalla sua costituzione – si legge in un documento diffuso in questi giorni e nel quale si sollevano perplessità anche sui costi dell’attuale intervento di Ravedis –. La Regione deve farsi promotrice di un percorso realmente condiviso che sfoci in una soluzione all’interramento del bacino valcellinese. Devono essere coinvolti tutti gli stakeholders, dal consorzio Cellina Meduna alle ditte di escavazione passando per enti pubblici, cittadini, associazioni e gestori degli impianti idroelettrici. Deve essere un iter davvero partecipato». — fmv

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Biblioteche in rete Nuovo sito già online con un questionario

Il Sistema bibliotecario delle Valli e Dolomiti friulane gestito dalla Magnifica comunità montana di Barcis approda online: è infatti operativo il nuovo dominio www.sbvdf.it, dove si possono consultare le disponibilità di 17 realtà diverse ma anche offrire suggerimenti e lanciare proposte. La sfida è chiara: essere sempre più innovativi e vicini alle esigenze degli utenti.

«Con questa iniziativa intendiamo coinvolgere sempre di più il territorio, facendoci conoscere da vicino e mettendoci a concreta disposizione delle comunità – ha affermato l’assessore di Aviano Andrea Menegoz, scelto come presidente del pool –. In questo modo rendiamo accessibile a tutti il nostro patrimonio librario, anche digitale: grazie ad una speciale piattaforma avremo in rete una vetrina virtuale dove consultare gli ultimi acquisti e tenersi informati sulle attività e gli eventi promossi di volta in volta. 

Sarà uno spazio di dialogo e di costante confronto, reso ancor più accattivante da una grafica molto intuitiva».

Fino a giugno si potrà rispondere sul portale al questionario “Che biblioteca vuoi?”. I dati raccolti saranno analizzati per comprendere le esigenze dell’utenza.«Siamo grati al personale della Magnifica, alla coordinatrice Silvia Vetere Rossi, a Chiara Carlet e ad Angelo Floramo perché senza il loro aiuto oggi non saremo qui a festeggiare questo importantissimo traguardo», ha concluso Menegoz.

«Il nostro obiettivo – ha detto il presidente della Magnifica Dino Salatin – è lavorare ad un’agenda condivisa che valorizzi le peculiarità di ciascun Comune associato». —fmv

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