A seguito dell’evento meteorologico estremo verificatosi a fine ottobre 2018, la percorribilità dei sentieri e delle strade di penetrazione del Parco risultava compromessa. Gli accessi alle valli principali erano interrotti da importanti erosioni, grandi accumuli detritici e ammassi di alberi rovesciati al suolo a causa delle forti precipitazioni e raffiche di vento della cosiddetta “Tempesta Vaia”. Lo scenario, a dir poco sconvolgente, ha interessato le montagne del triveneto (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige) e di parte della Lombardia, ed ha messo a dura prova le istituzioni nella prima fase dell’emergenza, volta soprattutto a ripristinare condizioni di sicurezza accettabili per i cittadini e per le attività direttamente coinvolti dalla tempesta. Fortunatamente, visto l’approssimarsi dell’inverno e dei relativi fenomeni che si verificano stagionalmente, le attività economiche e di gestione del territorio all’interno del Parco, che non è permanentemente abitato, erano già sospese. Pertanto i rischi per l’incolumità delle persone e per le attività sono stati praticamente nulli, anche grazie agli allertamenti disposti dalla Protezione Civile Regionale. Di fatto però si è verificata un’improvvisa interruzione degli accessi, con impossibilità di raggiungere fisicamente estese porzioni di territorio con relative infrastrutture e strutture. L’Ente Parco, per quanto di competenza, ha avviato pertanto i primi interventi di ripristino della sentieristica principale, concentrandosi sugli itinerari più prossimi ai centri abitati e abitualmente fruiti anche durante l’inverno e la primavera, quali ad esempio i percorsi collegati alle attività presso la Diga del Vajont (Comune di Erto e Casso), l’accesso alla Casera Lodina (Comune di Cimolais), la “Strada da lis fornas” (Comune di Tramonti di Sopra), il Col dei Piais (Comune di Claut), il sentiero “Truoi dal Von” (Comune di Forni di Sopra), il sentiero dei Landris (Comune di Frisanco) e quello del Dint (Riserva Forra del Cellina, Comuni di Barcis e Andreis). (f L’Aquila)
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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