Da tempo Luca Lapini, appassionato zoologo del Museo friulano di storia naturale di Udine, sta monitorando un gruppo di sciacalli dorati, da diversi anni diventato stanziale fra il greto dl Cellina e la campagna maniaghese, fino alla discarica Cossana. «In tutta la regione, nell’anno in corso – afferma Luca Lapini – sono stati investiti e uccisi 12 sciacalli dorati, alcuni incidenti automobilistici hanno interessato anche il gruppo di sciacalli che vive fra Montereale e Maniago. Nella zona è stata individuata da anni la presenza del lupo, cosa che ha spinto lo sciacallo dorato ad adottare vari accorgimenti per la propria sopravvivenza. In primo luogo, per non farsi individuare, ha smesso di emettere ululati notturni. Fenomeno – osserva Lapini – che, inevitabilmente, finisce per limitare anche i nostri rilievi. Infatti non sappiamo, con certezza, il numero esatto di esemplari che costituiscono quel gruppo di sciacalli dorati». Lo sciacallo è un canide euroasiatico che può pesare fino a 15 chili. La specie è giunta in Italia nel 1984, in seguito a una sua graduale espansione verso Nord, consentita dalla progressiva decimazione del lupo balcanico. «Proprio la riduzione della presenza del lupo in larga parte dell’Europa – osserva Lapini – ha causato un’espansione progressiva dello sciacallo dorato che, per quanto possibile, cerca di mimetizzarsi nella natura, fuggendo dall’uomo come dal suo tradizionale avversario e concorrente: il lupo. In caso di forzata coabitazione con quest’ultimo, lo sciacallo dorato lascia le zone forestali, cercando di ripararsi in aree umide come quella del Cellina, senza disdegnare anche le campagne coltivate. (F.M.V.)
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La bolp de Meneghe
Sti dis passes, quan che al bosc al ara dut ros, a me a vegnu in ment una fantonia che la contava la me mo Pina; chela de al bolp de Meneghe; liei – la me mo – la conoseva begn Meneghe parce che chi de Nicol i aveva tagn pres e bosch a Meneghe, che a chel temp Meneghe al ara dut dei Thimolians e sol daspuò a le stè vendu a chi de Penei. La fandonia la parla de Svalt de Penei che all’ara dhu a legne a Meneghe, proprio quanche i arboi i dheventrava ros; sta dhe fato che quanche al tornava dola che al aveva lasè al rosac al no lo sciatava mei al toc de la polenta e del formai, che all’ara al so mangè de mesdì. Calche dhun ai robava ogni dì al mangè; passa un dì , passa doi , passa trè, a no in podheva pì. Al se aveva agn sciupè par vethe chi che al ara che ai robava al mangè ma al no l’ara rivè a capì ce che a sothedheva; al terth dì ai sbrisa al vuoi in tal cogol de le fuoie rosse che all’aveva ingr continua su https://cimolais.it/fandonie/ WebCam
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