Una sicuro, ma potrebbero essere due le coppie di lupi presenti nel territorio della pedemontana pordenonese. È quanto è emerso nel corso della serata organizzata dal distretto venatorio 9 dell’alta pianura pordenonese in sinergia con il Comune e con il supporto della Regione. Una serata dedicata al ritorno dei lupi nei boschi del Friuli Venezia Giulia e rivolta in particolare agli addetti ai lavori: naturalisti, cacciatori, agricoltori e, soprattutto, allevatori. Come sottolineato dai vari tecnici che si sono alternati negli interventi – fra cui Umberto Fattori dell’Ufficio studi faunistici della Regione, il veterinario Stefano Pesaro, responsabile della narcosi sui plantigradi e Paolo Benedetti funzionario del Corpo forestale regionale – nel corso degli ultimi anni si è verificata una forte crescita della popolazione di lupi, prima sulla dorsale appenninica e poi sulle Alpi. La presenza e la riproduzione della specie è ampiamente consolidata in Veneto e nel 2013, dopo quasi un secolo di assenza, l’animale è ricomparso anche sul nostro territorio regionale.
Per la sua collocazione geografica, il Friuli Venezia Giulia è interessato dal passaggio di esemplari in dispersione provenienti sia da est (dalle “popolazioni” balcaniche), sia da ovest (dalla “popolazione” alpina), a sua volta derivante dall’espansione da quella appenninica. Recentemente alcune fotografie e riprese video effettuate nel Pordenonese da appassionati e dal personale del Corpo forestale regionale, hanno documentato la probabile presenza di una coppia territoriale di soggetti morfologicamente riferibili al lupo.
Probabilità che non solo è diventata certezza ma ha persino insinuato dubbi sulla presenza di due diverse coppie di lupi, una presente fra Sequals e Spilimbergo e l’altra nell’area del Cellina.
La certezza, però, si potrà avere solo attraverso l’analisi genetica dei reperti biologici raccolti. Se la ricolonizzazione della montagna friulana da parte di quest’animale è una buona notizia dal punto di vista ambientale, suscita qualche preoccupazione soprattutto tra gli allevatori.
Nessun pericolo invece per l’uomo: come è stato evidenziato dai tecnici, statistiche scientifiche alla mano, negli ultimi cinquant’anni a fronte della presenza di 10-20 mila lupi in Europa, 40 mila in Russia, 60 mila in Nord America, 4 sono state le persone uccise in Europa, altrettante in Russia e nessuna in Nord America. Considerato che in Italia muoiono una media di 10-20 persone all’anno per la puntura di api, vespe, calabroni viene da sé che il lupo non è certo una specie innocua ma decisamente fa meno paura di quel che si possa immaginare. (fonte MV)