Sarà la Magnifica Comunità montana delle Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio ad occuparsi dei nuovi lavori di bonifica al così detto Crep de Savath: si tratta di un’ampissima zona cedevole situata proprio al di sopra del centro abitato di Cimolais. Da oltre venti anni il sito viene monitorato dai geologi che hanno anche installato degli speciali sensori per segnalare in tempo reale eventuali accelerazioni della frana.
Dopo un primo consolidamento del versante franoso eseguito nel 2023 dalla ditta Martini, ora sul piatto ci sono altri 700 mila euro di stanziamenti regionali. La Magnifica gestirà la fase della gara di appalto al fianco del Comune, privo di una struttura interna in grado di affrontare correttamente le prassi burocratiche di un bando così corposo.
Non appena sarà individuata la ditta vincitrice, l’intervento di protezione civile partirà senza indugio, salvo imprevisti legati al maltempo o ad eventuali intoppi amministrativi. Il timore è che le piogge autunnali e il disgelo primaverile delle prossime stagioni possano influire sulla tenuta della scarpata rocciosa.
In particolare, vengono tenuti sotto stretta sorveglianza alcuni imponenti blocchi che potrebbero rotolare a fondovalle, lambendo strade e case. In passato ai piedi del Crep de Savath sono stati realizzati dei valli di scolo in cui dirottare il materiale in caduta. Reti e paramassi aumentano poi il livello complessivo di sicurezza del sito.
«Non abbassiamo la guardia sapendo di avere a che fare con uno smottamento sempre attivo» ha commentato il primo cittadino di Cimolais che ha anche citato un’antica leggenda del paese. Un folletto dispettoso giocherebbe infatti con i macigni instabili, minacciando di tagliare improvvisamente alcune cordicelle invisibili che li mantengono fermi al suolo.
Nel frattempo in municipio si guarda già al futuro perché la Regione ha pronti altri 150 mila euro di investimenti. Il Parco naturale delle Dolomiti friulane non ha espresso alcun parere sui cantieri in questione trattandosi di un’area esterna al proprio perimetro. Da parte sua la Sopraintendenza ai beni culturali di Udine ha dato il via libera al progetto dopo che un archeologo ha decretato l’assenza di reperti nascosti tra il pietrame della valle. Infine l’Ispettorato delle foreste: l’ente ha stabilito quali piante vadano rimosse durante i lavori per permettere la creazione del vallo di contenimento. — pmv