Nella spartizione territoriale delle due Comunità di montagna del Friuli occidentale, Spilimbergo e Aviano hanno ottenuto quello che volevano: Maniago ne subisce le conseguenze. Per ora, comunque: i ricorsi per impugnare quanto deciso nella conferenza dei sindaci di ieri, che ha stabilito che la città del coltello andrà nell’ente Est con Spilimbergo, contro la volontà del consiglio comunale presieduto dal sindaco Andrea Carli, sono all’orizzonte. Niente di nuovo sul fronte occidentale: i giochi erano già fatti, nessun colpo di scena. Nella Comunità Ovest confluiscono quindi Caneva, Polcenigo, Budoia, Aviano, Erto e Casso, Cimolais, Claut, Barcis, Andreis, Tramonti di Sopra, Tramonti di Sotto e Frisanco, mentre nella Est Arba, Castelnovo, Cavasso Nuovo, Clauzetto, Fanna, Maniago, Meduno, Montereale Valcellina, Pinzano, Sequals, Spilimbergo, Travesio, Vajont, Vito d’Asio e Vivaro. Sette sindaci non hanno partecipato al voto (Arba, Frisanco, Maniago, Claut, Tramonti di Sotto, Vajont e Meduno), quelli di Budoia e Tramonti di Sopra si sono astenuti e gli altri hanno votato a favore.
«Il processo di balcanizzazione», come lo ha definito Carli, di un territorio che con l’Uti delle Valli e Dolomiti friulane aveva provato a stare unito, si è compiuto. La scelta effettuata ha creato situazioni difficili da comprendere, se non in termini di logiche politiche: si pensi alle separazioni della Val Tramontina e Val Colvera da Maniago, di Montereale Valcellina dalla valle che fa parte della sua denominazione e di Vajont da Erto e Casso. Neppure l’accorato appello del sindaco Lavinia Corona, che ha parlato di seconda diaspora dopo quella di 50 anni fa, è valso a cambiare le carte in tavola. Il primo cittadino Fernando Carrara ha garantito che «Vajont ed Erto continueranno comunque a lavorare assieme perché uniti da un legame di sangue». Secondo Carli e altri sindaci, tra cui Rosetta Facchin di Tramonti di Sotto che se n’è fatta interprete all’inizio della riunione, «la conferenza doveva avere solo funzione notarile e non aveva potere di stabilire spartizioni territoriali». Facchin ha messo in evidenza che «il deliberato può essere impugnato per incostituzionalità», lasciando intendere che questa sarà la via che percorreranno i sindaci che non approvano quanto deciso dalla conferenza. Scontro iniziale, quindi, sulla sovranità dell’assemblea, ma il sindaco di Spilimbergo, Enrico Sarcinelli, ha dichiarato che non vede nulla di illegittimo. Carli si è tolto più di un sassolino dalla scarpa, sottolineando che le scelte fatte sono state condizionate più da rivalità personali e dettami di partito che da progetti di sviluppo a favore delle comunità.
Quanto all’ingresso di Montereale nella Comunità Est e al principio di contiguità territoriale, da rispettare nelle spartizioni, Carli ha lanciato una provocazione. «Chi dice che Montereale e Vivaro non siano confinanti? Ci sono mappe della Regione che dimostrano il contrario – ha detto –. Se così non fosse, glieli vendo io cento metri di territorio». Al di là delle singole posizioni, il quadro è composto. Ora non resta che aspettare, oltre ai ricorsi al Tar, chi sarà messo alla guida di ciascun ente. — fmv