Ritorna il redazionale di Gino Bressa, che ringraziamo per la collaborazione con il nostro sito
Al marti ” gras ” e al ” marcol delle thenise ” i viagia sempre vesins.A cambia i dhis , le setemane, i meis ma nolé nuia che ai lontana , agn se no ià gnent de compagn.Al marti gras alé sciatese, alegria, ricordhi : fritole, crostoi , maschere par semee calchedhun altre , specie i canais. A par quasi da no volei ese chi che sion , almanco par un dì , parcé ” a carnaval ogni schertho a val “.A l’indoman invethe , par uno schertho del calendario , al marcol dele thenise , i cristians i può partecipé ala funthion dela thenisa sul scié , al dedhun , a l’esame de cosientha. La deferentha tra la liberté del marti gras e la serieté del marcol a me fe vegni in ment mi pare quanche al sentiva al besuogn da di in cantina a fié “respire ” al vin , giavando i strops dale damigiane par poura che le sciopes par colpa del gas alcolico. Tornando al nostre argoment, in posce ore se pasa , come nuia, dai crostoi alla thenisa, da l’ilusion da no ese nos stes ala posibilité da capì chi che sion davero.
E agni riti dela Dhiesa , tan stò periodo, noi fe altre che giudhene a volei eliminé ce che davero nol ne ocor ,a valorisé al necesario e a no evité ce che veramente sion thentha maschera de carnaval.Gino Redi
Il carnevale e le ceneri
Il martedì grasso e il mercoledì delle ceneri viaggiano da sempre vicini. Cambiano i giorni, le settimane , i mesi in cui cadono, ma nulla che riesca a spezzare il cordone che li tiene uniti anche se non hanno proprio nulla in comune se non il fatto d’essere agli antipodi.
Il martedì grasso è ritrovo, memoria , allegria : frittelle, crostoli , maschere per procurarci un’altra identità , specialmente tra i bambini . E’ l’ammissione di non voler essere noi stessi almeno per un giorno perché ” a carnevale ogni scherzo vale “.
All’indomani invece , per uno scherzo del calendario , il mercoledì delle ceneri , propone per i cristiani credenti , la cenere sul capo , il digiunare, l’esame di coscienza .
L’accoppiata tra la sfrenatezza concessa del martedì e l’austerità consigliata del mercoledì a me richiama il gesto che mio padre faceva spesso in cantina : ” sfiatava ” le damigiane di vino perché altrimenti aveva il timore che qualcuna scoppiasse per troppa saturazione e quindi c’era il rischio di rimetterci vino e damigiana.
Tornando al nostro argomento , in poche ore si passa quindi senza tante sfumature dai crostoli alla cenere , dall’illusione di non essere noi stessi alla possibilità di scoprire veramente chi siamo.
La liturgia , in questo periodo , non fa altro che aiutare a promuovere il sogno di eliminare il superfluo per scoprire il necessario e a non sfuggire dalla nostra storia quando siamo senza maschera di carnevale.