Acqua – Gas

02.11.2015

RICORSO AL TAR per spese GAS

I Comuni di Paularo, Forni di Sopra e Forni di Sotto ricorreranno al Tar contro Eni spa sulla differenza, a discapito degli utenti delle rispettive comunità, della tariffa praticata dalla società in questi anni per il Gpl rispetto al metano.

Intanto, i sindaci hanno fatto preparare da un legale una lettera di messa in mora che i cittadini potranno inviare a Eni, interrompendo così almeno sugli ultimi cinque anni i termini di prescrizione, nel caso poi in seguito i singoli utenti volessero agire per chiedere il rimborso delle maggiorazioni applicate da Eni sulle tariffe.

«Si tratta di una pura lettera di salvaguardia per loro – sottolinea il sindaco di Paularo, Ottorino Faleschini – non comporta per i cittadini né impegni ad azioni legali né spese, però permetterà loro, nel caso in cui il Tar dia ragione ai tre Comuni, di ottenere il rimborso del sovrappiù pagato per il Gpl in questi anni: a quel punto essi potranno far causa per ottenerlo».

Nel 1990 la Comergas, poi confluita in Agip Gas e infine Eni, aveva stipulato con la Regione una convenzione sulla metanizzazione del territorio e con essa, spiega Faleschini, si impegnava, tra l’altro, ad applicare nei territori di Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto le stesse tariffe per tutti i tipi di gas distribuiti, compreso quindi il Gpl.

Le tariffe invece, nonostante quell’impegno, in questi anni sono lievitate parecchio, con bollette, denuncia Faleschini, anche due volte e mezzo in più rispetto a quello che avverrebbe col metano. Fu proprio Faleschini a rinvenire nel 2012 la convenzione, a sollevare la questione e a incontrare Eni per cercare di risolvere la questione.

È intervenuta anche la Regione, ricorda, che ora sopperisce con un contributo regionale (che è commisurato al consumo sostenuto ed è stato quantificato nella misura di 1,27 euro per metro cubo erogato alle utenze, con riferimento all’anno 2014) che va a colmare il differenziale, e al contempo sta trattando con Eni sul tema.

«Come Comuni – spiega riferendosi a Paularo, Forni di Sopra e Forni di Sotto – stiamo avviando un’azione legale contro Eni perché restituisca le maggiorazioni. Se il Tar ci darà ragione, i cittadini potranno poi agire con una class action per ottenere il rimborso e quella lettera è importante perché

in quel caso con essa avranno interrotto la prescrizione.

A Paularo quando i cittadini verranno in municipio a protocollare la domanda, consegneremo la lettera (che daremo a tutti coloro che la richiederanno) che poi potranno inviare a Eni».

———————————————————————————————————-

testo della lettera da inviare a ENI E REGIONE

Mittente:__________________________

Cimolais, li

Spett.le  ENI s.p.a.  in persona del legale rappresentante pro tempore

piazzale E. Mattei n. 1 –  00144 ROMA

raccomandata a.r.

e p.c.

Spett.le  Regione autonoma Friuli Venezia Giulia

in persona del Presidente pro tempore  piazza Unità d’Italia n. 1

34133 Trieste

raccomandata a.r.

Oggetto: ripetizione d’indebito della maggiorazione delle tariffe previste nella convenzione COMERGAS s.p.a./ENI s.p.a. – Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia per il Comune di Cimolais/ ENI SPA Adempimento – messa in mora.

Il sottoscritto Sig./Sig.ra _____________________________________________ in qualità di cittadino residente, o con abitazione, nel Comune di Cimolais formula la presente per significare quanto segue.

Come noto, la società COMERGAS s.p.a., poi fusa per incorporazione nella AGIP GAS s.p.a., a sua volta fusa per incorporazione in ENI s.p.a., ha sottoscritto in data 19.3.1990 con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia una convenzione «per l’affidamento in concessione dell’esecuzione del primo lotto dei lavori di costruzione degli impianti per la distribuzione di gas combustibile nelle zone montane del territorio del Friuli-Venezia Giulia, nonché della relativa gestione del pubblico servizio di distribuzione del gas quali combustibile per usi domestico, civile, artigianale e commerciali».

In particolare, la predetta Convenzione prevede (art. 2) l’«affidamento in concessione … degli impianti di distribuzione del gas combustibile e la gestione del relativo pubblico servizio … nei territori dei Comuni di Villa Santina, Enemonzo, Socchieve, Preone, Raveo, Paularo, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Andreis, Claut, Cimolais  , …  », con l’espresso impegno (art. 4) da parte della concessionaria di «mantenere in tutto il territorio interessato dal progetto … identiche tariffe per i vari usi, indipendentemente dal gas distribuito» (e cioè, ai sensi del successivo art. 21, gas naturale o metano, aria propanata, GPL).

A tale ultimo proposito, quanto alla disciplina della determinazione e revisione delle tariffe, il successivo art. 24 ribadisce che, a prescindere dai metodi vigenti, «Comunque la Concessionaria, d’intesa con il Concedente, ribadisce l’impegno di mantenere un’unica tariffa finale, all’utenza per chilocaloria di gas consumato indipendentemente dal tipo di gas distribuito».

Accade, invece, che la società ENI s.p.a. applica nel Comune di Cimolais, attualmente rifornito con il c.d. GPL, tariffe ben maggiori (sino al 140% in più) rispetto agli altri Comuni, pure interessati dalla Convenzione ma riforniti con il gas metano, e ciò in evidente violazione del citato art. 4 della sottoscritta Convenzione.

Ciò premesso e visto il conclamato inadempimento dell’intestata Società, con la presente missiva, da intendersi quale formale atto di messa in mora, si intima a ENI s.p.a., in persona del legale rappresentante pro tempore, il riconteggio delle tariffe applicate nel Comune di Cimolais perlomeno negli ultimi cinque anni, in conformità all’art. 4 della sottoscritta Convenzione e il conseguente rimborso al sottoscritto cittadino utente del servizio di distribuzione del gas di quanto corrisposto in eccedenza, con riserva di sua migliore quantificazione,  ciò entro e non oltre 15 giorni dal ricevimento della presente.

In attesa di fattivo riscontro, preciso sin d’ora che, in difetto, procederò senza ulteriori avvisi davanti alla competente Autorità giudiziaria, con conseguente aggravio di costi e spese.

Distinti saluti.

______________________

All.to: copia carta di identità.

————————————————————————————————-

15.03.2015
NESSUN SCONTO DA PARTE DI HYDROGEA PER LE BOLLETTE DELL’ACQUA

Per ora nessun dietrofront da parte di Hydrogea: sino a che il consiglio regionale non interverrà con una disposizione di legge, le bollette dell’acqua per le case di montagna prive di contatore ammonterà a 150 euro. Anche per l’anno in corso e anche per il futuro, a meno che da Trieste non giungano a breve novità legislative.

Dalla società di gestione guidata da Marco Tullio Petrangelo non si commentano proteste e iniziative in merito: molte persone originarie di Cimolais, residenti a Torino e in a,ltre zone d’Italia, stanno predisponendo le controffensive alle bollette forfettarie. Non è escluso il ricorso alla magistratura e all’Unione europea, visto che di fatto i residenti di un Comune sono parificati a chi non vi abita. Peccato che questi ultimi, pur consumando molta meno acqua dei primi, paghino il servizio alla pari delle famiglie insediate in paese.

Ci potrebbe essere quindi qualche rilievo di natura costituzionale, ma per il momento Hydrogea procede con la fatturazione prevista dall’Ato. E’ stato infatti l’Ambito territoriale ottimale (una sorta di ente che raggruppa i vari municipi e che si occupa anche di acqua) a decidere che gli immobili senza contatore debbano versare 150 euro annui. Di conseguenza, soltanto la Regione può mutare la situazione. I partiti di ogni schieramento si sono già attivati, ma in calendario non è stata ancora fissata alcuna discussione da parte del consiglio. Intanto, a giorni potrebbero arrivare la prime nuove richieste di pagamento relative ai consumi 2014.

12.03.2015
NON SOLO FRONTE CIMOLIANO SULLA QUESTIONE HYDROGEA

Non c’è soltanto il fronte torinese a inquietare i sonni di Hydrogea. I reclami provenienti da ogni angolo della montagna friulana sono tanti e in consiglio regionale si stanno già occupando di una norma che modifichi l’attuale situazione. A Erto e Casso alcuni proprietari di seconde case hanno annunciato che apriranno i rubinetti sprecando volontariamente l’acqua. A Claut c’è il titolare di un rustico disabitato dal dopoguerra che si è visto addebitare i 150 euro. Ad Andreis sono state inviate bollette per unità che non risultano nemmeno a catasto. Infine ad Arba è stato segnalato il caso di un imprenditore che ha rischiato di pagare una mora di quasi 400 euro pur avendo versato in tempo utile il dovuto. Situazioni che mettono tutte in evidenza come ci sia qualcosa da rivedere nella gestione della materia. Fonte Messaggero Veneto

13.03.2015
PARTE DA TORINO LA PROTESTA SULL’ACQUA

CIMOLAIS. Parte da Torino la protesta che potrebbe portare Hydrogea in tribunale. La questione è l’ormai nota bolletta forfetaria da 150 euro l’anno per i consumi di acqua nelle case di montagna prive di contatore. A guidare un nutrito gruppo di persone originarie di Cimolais è Gianluca Bressa, residente nel capoluogo piemontese, ma cimoliano Doc. «L’unica cosa certa è che non ci fermeremo, non essendo equa la mancata distinzione tra chi abita in un Comune e chi possiede un immobile», dice Bressa.

Quanti siete pronti a fare opposizione alle bollette?

«Io parlo per circa 150 persone, tutte originarie di Cimolais e sparse in Italia. Ma la vicenda riguarda l’intera Valcellina e altre zone del Friuli Venezia Giulia. Non ci siamo costituiti in comitato per i costi, ma all’interno del nostro gruppo abbiamo individuato componenti con compiti specifici. Con me ci sono Giulio Morossi, Diego Marchesini, Francesco Fabris e Pier Giovanni Bressa».

Perché ritenete iniqua l’attuale situazione?

«Perché chi non risiede in un certo paese contribuisce di fatto a pagare i consumi degli abitanti, che poi votano alle elezioni comunali. Se ci avessero avvertito, avremmo installato per tempo i contatori. La mia famiglia ha due case a Cimolais e dovrebbe versare 304 euro l’anno per 288 metri cubi presunti di acqua. A Torino viviamo in due in un alloggio molto grande e consumiamo effettivamente 110 metri cubi».

E ovviamente a Cimolais non tornate spesso…

«Io e mia moglie una manciata di giorni l’anno, i miei genitori un mese circa tra ferie estive, Ognissanti e Natale».

LEGGI ANCHE:

03-_WEB
La protesta parte dalla comunità cimoliana di Torino
Sono circa 150 i residenti che hanno origini valcellinesi. A novembre un convivio per ritrovarsi
Sono state inviate più annualità o solamente quella relativa al 2013?

«Ci stanno intimando i canoni dal 2011 al 2014. Cioè circa 800 euro pro capite. Chi ha la fortuna-sfortuna di detenere due unità deve versare 1.500 euro. Non capiamo il perché della manovra visto che la società non presentava conti in rosso».

E’ vero che avete scritto alla governatrice regionale Debora Serracchiani?

«E anche al presidente della Provincia, che però non esiste più. Il portavoce della Serracchiani mi ha risposto al telefono che si occuperanno della vicenda. Anche se temo che all’inizio mi avesse scambiato per il deputato del Pd Giancarlo Bressa».

E Hydrogea?

«Di fatto a una vertenza stragiudiziale, con l’assistenza del Codacons, ci è stato obiettato che si tratta di criteri stabiliti dall’Ato e che procederanno come previsto».

Il Comune invece vi sta fornendo chiarimenti?

«Sino a oggi i Comuni hanno avuto il buon gusto di tacere, ma lo scaricabarile tra Ato, società di gestione e municipi è già cominciato. Ci sarebbe molto da dire visto che nel 2011, quando l’Ambito territoriale ha approvato i canoni da 150 euro, i delegati dell’Alta Valcellina risultano assenti a verbale. Posso dire che dal Comune ci è stato informalmente garantito che per il 2014 avremmo avuto una riduzione del 50 per cento della famosa quota forfetaria. Ma Hydrogea ha negato tale eventualità».

Avete intenzione di fare causa?

«Abbiamo interpellato vari legali, anche se gli esperti riconosciuti di diritto amministrativo e acque pubbliche non abbondano numericamente. Gli oneri sono insostenibili per chiunque nell’ipotizzare un ricorso al Tribunale amministrativo. Tra pagare 3 mila euro piuttosto che 150, il rischio è che in tanti scelgano la via ingiusta, ma meno pesante».

E allora?

«Allora continueremo a denunciare questa iniquità in ogni sede, Authority nazionale compresa».

Fonte Messaggero Veneto