Un’ostetrica a disposizione delle donne della Valcellina che, altrimenti, dovrebbero rivolgersi agli ambulatori di Pordenone. Proseguirà anche nel 2017 l’esperimento grazie al quale da due anni a questa parte una professionista di ostetricia staziona a Claut e si mette a servizio del territorio. Sono davvero molteplici, i compiti affidati a Laura Martini, esperta che abita in zona e la cui collaborazione è stata richiesta dal Comune di Claut e dall’Aas 5 del Friuli occidentale. Per l’occasione, i due enti hanno sottoscritto un protocollo d’intesa. La funzione più importante è ovviamente quella del supporto, anche psicologico, alle donne in gravidanza e del riconoscimento di eventuali patologie individuabili in anticipo.
0Ma non sono certo da meno il consiglio e l’aiuto alla maternità consapevole, la lotta alle malattie sessualmente trasmissibili e il superamento degli effetti della menopausa.
L’ostetrica disporrà dell’ufficio attrezzato già esistente all’interno del municipio di Claut, dove accoglierà anche le famiglie durante il primo anno di vita dei neonati per monitorarne la crescita. In casi particolari, sono previste pure visite a domicilio. La convenzione è stata firmata in queste ore dai funzionari dell’Azienda per i servizi sanitari e dal sindaco Franco Bosio e scadrà il 30 settembre. Ma si parla già di rinnovo, visti l’alto tasso di gradimento riscontrato nella popolazione. E’ il patto stesso a prevedere, nero su bianco, persino la possibilità di ampliare la gamma di prestazioni, venendo così a supplire alle tante carenze del sistema nell’area montana. La fase sperimentale sarà finanziata con un contributo dell’Aas pari a 7.500 euro.
«Le continue riforme e i tagli al comparto della salute hanno nel tempo minato la presenza di medici e infermieri nelle zone alpine – dice il sindaco Franco Bosio –. La nostra gente era costretta a recarsi in Veneto per visite ambulatoriali, ma di recente anche questa possibilità è stata esclusa. La situazione meteo e la viabilità della Valcellina non sono certamente delle migliori, e questo rende difficoltosi gli accessi agli ambulatori di Pordenone o San Vito. Abbiamo quindi caldeggiato la proposta del servizio sanitario di sostenere
per un altro anno il progetto pilota dell’ostetricia di comunità. Dal pediatra all’oculista, passando per il cardiologo, l’idea si potrebbe sviluppare in molteplici direzioni, garantendo a chi vive in montagna un’effettiva promozione e tutela della salute».