L’Abbazia di Santa Maria in Silvis

Il primo documento,infatti, che parla di Cimolais è la donazione fatta all’Abbazia dai fratelli longobardi Efro, Anto e Marco, figli del duca longobardo del Friuli, Pietro e di Piltrude. Il 3 maggio 762 a Nonantola, sull’appennino modenese, i tre fratelli longobardi divisero i beni da loro posseduti in Friuli e nella Venezia fra i due monasteri che avevano già fondato a Sesto a Reghena e a Povoletto. La fondazione di un monastero comportava, infatti, non soltanto il costo della costruzione della casa-convento per i monaci o le monache, ma anche la dotazione di beni da reddito (campi coltivabili, pascoli, boschi e mulini) capaci di produrre rendite perpetue per il loro mantenimento e per le opere di carità. L’atto di donazione, steso dal monaco Ansperto nella Badia, dei SS Apostoli di Nanantola è rogato il 3 maggio 762. L’atto precisa i beni donati al monastero maschile di Sesto; tra di essi sono compresi le ville di Barcis, di Erto, il feudo di Tramonti e la villa di Cimolais, della quale si ha, pertanto, la prima notizia certa

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