La Magnifica comunità montana ovest sarà davanti al Tribunale delle acque pubbliche di Roma per sostenere i diritti delle popolazioni danneggiate dalla presenza sul territorio di dighe e impianti idraulici.
Materia del contendere è il regolamento approvato dalla Regione Friuli Venezia Giulia sulle grandi derivazioni: la normativa è stata impugnata dalle aziende energetiche, che contestano le modalità di calcolo dei bonus di compensazione da cedere ai Comuni su cui operano. In pratica, i concessionari devono versare delle royalties sottoforma di energia gratuita o liquidità. L’ente montano delle Dolomiti friulane, Cavallo e Cansiglio è stato citato di fronte ai giudici capitolini insieme a realtà come Barcis e i due Tramonti. Il direttivo della magnifica comunità, presieduto da Dino Salatin, ha deciso di resistere in giudizio, anche come forma di sostegno morale ai piccoli Comuni che aderiscono all’ente. Si è optato per la creazione di un gruppo unitario di difesa. Il pool di amministrazioni comunali sarà assistito in blocco da uno studio legale di Torino, specializzato proprio in contenziosi relativi alle acque pubbliche. I sindaci coinvolti intendono veder riconosciuti i diritti delle vallate, spesso soggette a dissesto e problematiche di varia natura a causa dello sfruttamento idrico. Va ricordato come i benefit messi a bilancio dai colossi del settore aiutino le realtà più decentrate a sopravvivere e a mantenere la qualità dei servizi. Un esempio è il sindaco di Barcis, Claudio Traina, che riversa parte di questi bonifici ai residenti come assegno di residenza: di fatto, i cittadini sono premiati per aver scelto di restare in montagna e di costruirsi qui un futuro non soltanto lavorativo, facendo fronte ai tanti disagi sia logistici sia in termini di servizi, che l’abitare in montagna da sempre comporta, e che negli ultimi tempi sono pure aumentati. Pensiamo soltanto al problema dei medici di famiglia mancanti o agli sportelli bancari ormai rari. — fmv