Tragedia in montagna, nel pomeriggio di giovedì 27 luglio, dove un arrampicatore in cordata è precipitato, per cause in corso di accertamento, ed è morto sul colpo. La vittima è un docente dell’Istituto Kennedy di Pordenone, Vanni Perosa, 62 anni, sposato e con figli.
L’incidente
L’incidente – secondo la prima ricostruzione dei carabinieri della stazione di Cimolais, al comando del maresciallo Luigi Ricciardi che hanno acquisito testimonianze sino a tarda sera – è accaduto verso le 10, ma l’allarme è scattato solo un paio d’ore dopo in quanto nella zona non vi è la possibilità di comunicare attraverso i cellulari. Vanni Perosa stava eseguendo una arrampicata in cordata con l’amico Luigi Marson, pure di Pordenone, sul Crodon di Brica, nelle Dolomiti friulane.
L’allarme
Intorno alle 13 è arrivata una chiamata al Nue 112 da parte dei gestori del rifugio Pordenone i quali, a loro volta, avevano ricevuto segnalazione da un escursionista che aveva sentito delle grida di aiuto nella zona del Cason di Brica intorno alle 10, ovvero nel momento in cui passava per il casone.
Il rifugio è il primo posto, fuori dalle montagne, dove è possibile comunicate coi cellulari grazie all’attivazione del ponte radio. All’interno del casone aveva notato due sacchi a pelo, ma non era riuscito a capire da dove provenissero i richiami di aiuto.
L’uomo aveva dunque proseguito la discesa verso valle fino a raggiungere appunto attorno alle 13 il rifugio Pordenone dove ha riferito quanto udito, permettendo la chiamata di soccorso ad opera dei gestori.
I soccorsi
La Sores ha allertato la stazione Valcellina del Soccorso alpino e speleologico e il secondo elicottero dell’elisoccorso regionale, che ha imbarcato due tecnici per un sopralluogo. Giunti sopra il casone i componenti dell’equipaggio hanno individuato due persone a circa metà della parete sud del Crodon di Brica, a quota 2.100 metri (si trova nel territorio di Forni di Sopra, ma è accessibile solo dalla Valcimoliana), notando una persona che chiedeva aiuto e una ventina di metri sopra di questa una persona inanimata. Con il verricello i due tecnici sono stati calati in parete e hanno chiesto l’intervento di un medico.
La testimonianza
L’elicottero è sceso quindi al campo base per imbarcare il medico del Soccorso alpino, che a sua volta è stato verricellato in parete e ha constatato il decesso dell’alpinista che faceva da capocordata. Da quanto ha riferito Luigi Marson agli inquirenti, pare ci sia stato un rumore di caduta sassi seguito da lamenti.
Il compagno di cordata – entrambi erano iscritti al Cai da molti anni – ha anche riferito di essersi arrampicato fino a dove giaceva il capocordata e di aver visto che versava in gravissime condizioni e quindi di aver iniziato a chiamare aiuto e poi, con il passare delle ore, aveva iniziato a scendere lungo la parete con l’aiuto della corda finché sono arrivati i soccorsi.
Luigi Marson, comprensibilmente sotto choc, è stato portato al Rifugio Pordenone. La salma di Vanni Perosa, invece, ottenuto il nulla osta del pubblico ministero di turno della Procura di Udine, competente per territorio, è stata affidata alle pompe funebri. L’intervento si è concluso attorno alle 19.
Il luogo dell’incidente
«Il Crodon di Brica – spiega Mario Tomadini, profondo conoscitore di montagna – è alto 2.100 metri ed è nel territorio di Forni di Sopra, accessibile, nella via più immediata, dalla Val Cimoliana. Mi pare una via impegnativa, sul versante sud-ovest, con passaggi tra il terzo e il quarto grado, La roccia di quella montagna è friabile, non si possono escludere scariche di sassi».
Cordoglio a Pordenone
La notizia si è diffusa solo in tarda serata a Pordenone, quando, a intervento concluso, i carabinieri hanno potuto avvisare la famiglia della vittima. Il mondo della scuola e della montagna, ma non solo, piangono Vanni Perosa: appassionato ed esperto di montagna, insegnava all’Istituto Kennedy di Pordenone discipline elettrotecniche.
In tempo di pandemia, era stato tra i primi ad attivarsi per consentire agli studenti la didattica a distanza. Giovedì mattina, favorito dal bel sole dopo giorni di maltempo, era partito con l’amico Luigi Marson per la scalata. Poi l’imprevisto, ancora da chiarire, e il dramma. — FMV