La telemedicina come risposta alle carenze sul fronte sanitario che si stanno registrando nell’area montana, che dal primo gennaio vedrà la scure dei tagli abbattersi sulle sedi delle guardie mediche di Claut, Meduno e Anduins, con pesati conseguenze anche su altri comuni. Le rassicurazioni sono arrivate dal vicegovernatore della Regione con delega alla salute Riccardo Riccardi, nell’incontro di ieri con i sindaci Gionata Sturam (Claut), Marina Crovatto (Meduno) e Pietro Gerometta (Vito d’Asio).
«L’amministrazione regionale è pronta a sostenere ogni soluzione realistica per dare risposte alla montagna pordenonese in un periodo storico in cui la carenza dei medici è un fenomeno non solo di quell’area, ma di tutto il Paese – ha detto Riccardi –. Per questo apprezzo la condivisione strategica con i sindaci e la direzione di Asfo insieme ai quali a breve analizzeremo la situazione relativa agli attuali dati della presa in carico non urgente comparandola alle possibili soluzioni migliorative all’interno del perimetro della continuità assistenziale. Da qui potremo iniziare a individuare gli strumenti necessari per avviare un percorso sperimentale di telemedicina in quella parte di territorio».
Una situazione che, comunque, come ha spiegato il direttore generale dell’Asfo Joseph Polimeni, presente alla riunione, sarà monitorata e a sei mesi dalla riorganizzazione verrà valutata l’opportunità di eventuali nuovi interventi. Come ha illustrato Polimeni, la chiusura del servizio delle sedi periferiche dei tre Comuni a bassa affluenza di utenti e l’afferenza dei rispettivi municipi per il servizio alle sedi principali di Maniago e Spilimbergo, nello stesso distretto delle Dolomiti, è sperimentale e nasce dal nuovo assetto organizzativo di Asfo. La modifica ha come obiettivo quello di garantire maggiormente la continuità assistenziale medica vista la persistente carenza di disponibilità di medici a coprire i turni a elevato flusso di utenza nelle sedi di guardia medica nell’Azienda sanitaria. Il servizio di assistenza medica per le urgenze sanitarie viene comunque sempre garantito ed è gestito dal dipartimento d’emergenza di Asfo.
«Rassicuriamo i cittadini – ha proseguito Riccardi – con un sistema di presa in carico, quando non riguarda le urgenze ma la continuità assistenziale, attraverso la telemedicina, la teleassistenza. Un tema che l’amministrazione regionale si impegna ad affrontare insieme con i sindaci e l’Azienda sanitaria». Il vicegovernatore ha ribadito l’importanza di garantire la presa in carico delle esigenze di salute dei cittadini anche con modalità organizzative oltre il mantenimento delle sedi di guardia medica. Fra le ipotesi da valutare quindi anche la modalità proattiva in teleassistenza da attivare nell’area montana del Pordenonese. — FMV