C’è attesa in Valcellina per le conclusioni a cui sono giunti i tecnici dopo aver valutato la viabilità di sbocco. In queste settimane dovrebbe essere infatti pubblicato il cosiddetto studio Aprilis, elaborato che proporrà soluzioni poco impattanti al problema del trasporto della ghiaia. Va in particolar modo superato il nodo di Montereale, ora che la nuova strada di Barcis è praticamente pronta all’uso. Di fatto, già oggi i camion di inerti cavati da Cellina e affluenti potrebbero immettersi sul bypass della diga, in quanto infrastruttura e collaudi sono terminati. Ma per completare il puzzle viario manca il tassello monterealino. Dove saranno dirottati i tir carichi di pietre una volta sbucati dall’ultima galleria prima dell’abitato di Montereale? Verranno fatti svoltare a sinistra e inviati a Ravedis o a destra, creando però ingorghi e pericoli a causa delle ristrettissime dimensioni della carreggiata? È questo il nodo che i professionisti dovranno sciogliere con l’approfondimento tecnico commissionato dalla Regione dopo i lavori di Barcis.
I piani di fattibilità sono stati affidati allo staff Aprilis, famiglia di ingegneri il cui capostipite progettò proprio diga e bacino idroelettrico di Barcis. Qualsiasi scelta verrà indicata, si dovranno avviare interventi di potenziamento e consolidamento dello stradario locale. Che debbano scendere sul greto del Cellina all’altezza del cimitero o a Ravedis, i camion avranno comunque bisogno di ampie piste dedicate. Senza contare il fenomeno dell’inquinamento acustico e delle polveri, visto che l’alveo dove dovrebbero essere depositati gli inerti dista poche centinaia di metri in linea d’aria dalle case. Il consigliere regionale Giampaolo Bidoli ha più volte sollecitato gli assessorati competenti a rendere note le risultanze dello studio Aprilis, annunciato già mesi fa senza però la pubblicazione dei dati. Da qui, la preoccupazione di residenti e ambientalisti, anche per quanto riguarda le quantità di ghiaia che dovrebbe essere stoccata provvisoriamente nell’area di Ravedis. Una delle ipotesi prevede infatti che il materiale asportato a Barcis, Claut e Cimolais sia scaricato a Montereale in attesa di essere venduto al comparto edile. A preoccupare sono i numeri dello sghiaiamento da eseguire in Valcellina dopo mezzo secolo di mancate manutenzioni. Si parla infatti di una decina di milioni di metri cubi di sassi in eccesso, con un apporto annuale di 200 mila metri cubi nel solo invaso di Barcis. Un’opera titanica che richiederà decenni e migliaia di transiti da parte dei mezzi pesanti. — fmv