Furlan Lucia, classe 1900, nata a Cimolais da Furlan Giovanni ( Giari) e Protti Teresa.
Più grande di lei aveva un fratello, Domenico, morto nella 1′ guerra mondiale. Già nel 1901 la famiglia si è trasferita in Germania, ad Aquisgrana, dove gestivano una locanda frequentata da operai cavatori italiani e anche cimoliani. Li sono nate anche le sorelle Emma e Lisa. Lucia e i suoi fratelli hanno frequentato le scuole d’obbligo tedesche.
Nel 1914, alla vigilia della guerra, il governo tedesco ha fatto rimpatriare tutti gli italiani.
Ritornati così a Cimolais, si sono resi subito conto di quanta miseria c’era, a differenza del modesto benessere al quale erano abituate.
Infatti, rispetto alla popolazione che si abbigliava in modo essenziale: UN IN TAL DOS E UN IN TAL FOS, cioè due abiti a testa, uno addosso e uno a lavare nel fosso, loro avevano di che cambiarsi e apparivano più eleganti. Allora a Cimolais tutti vestivano in modo tradizionale, tutti allo stesso modo, e se anche un semplice grembiule non aveva le tasche, Teresa, per praticità se ne cucì una, suscitando le critiche delle vicine di casa.
Comunque, anche la mamma Teresa, per sostenere la famiglia che stava consumando le ultime provviste…”no l’è pi farina in tal banc”…non c’è più farina nel banco, dovette riprendere l’antico mestiere di ambulante e già nel 1915, durante uno di questi faticosissimoi percorsi, perse la vita a Spilimbergo, partorendo un maschietto che morì anch’esso.
Rimaste orfane, Lucia dovette sobbarcarsi tutti gli oneri di una donna di casa…e non fu facile sopportare la durezza della nuova realtà. Anche perché, successivamente suo padre decise di risposarsi con una donna di Casso. Da questa nuova unione,nacque nel 1924 Domenico.
Ma, i rapporti con la matrigna non furono mai buoni.
Lucia si sposò con Protti Giobatta nel 1925, mentre le sorelle Emma e Lisa si trasferirono a Trieste.
Lucia e Giobatta abitavano nella casa dei genitori di lui, falegnami di professione. Tra i vari matrimoni e le nascite raggiunsero il numero di 12 componenti.
Poi la sistemazione al mulino.
Nel mulino, Lucia si dimostrò la più occulata nella gestione dell’attività, il marito, pur essendo grande e forte lavoratore, non aveva grandi doti da commerciante… Durante la seconda guerra mondiale, Lucia, che ancora parlava, leggeva e scriveva correttamente il tedesco si dimostrò utile e preziosa, intervenendo a sanare e aiutare più volte i paesani nelle varie dispute con gli ufficiali e i soldati tedeschi che nel frattempo avevano occupato il paese. Specialmente durante gli episodi di rastrellamento…scongiurando il rischio di deportazioni e fucilazioni. Sempre durante il periodo bellico si rese disponibile, assieme marito di prendere custodia una cassetta di averi, datale da una famiglia di ebrei che si erano rifugiati a Cimolais (come avevano fatto altre famiglie semite), questi non sentendosi più al sicuro decisero di andare altrove. Solo mia mamma fu messa al corrente di questa cassetta, nascosta sotto il pollaio. Finita la guerra, i superstiti di questa famiglia tornarono per riavere il loro oggetto e nel ritrovarlo