Da mesi i sindaci della Valcellina lamentano i disagi di una graduale ma costante riduzione del servizio di guardia medica. Ora gli effetti dei tagli denunciati dagli amministratori assumono il volto di un anziano che abita nella zona di Claut e che attualmente è ricoverato con gravissime patologie in un ospedale del pordenonese. I congiunti lanciano un appello attraverso il Messaggero Veneto” perché temono il momento in cui l’uomo sarà dimesso per essere trasferito a casa. Il problema è infatti legato a un’assistenza infermieristica solo diurna e alla completa chiusura notturna e nei fine settimana della guardia medica. La situazione è ben nota, tanto che più volte è capitato che i primi cittadini abbiano fatto la voce grossa dopo assenze prolungate del dottore di turno, a propria volta malato o in ferie. La paura dei parenti del valcellinese è di non ricevere adeguata assistenza nei momenti più difficili, soprattutto se il quadro clinico dovesse improvvisamente precipitare, come già anticipato dall’oncologo che ha in cura il paziente. Di fatto ogni minima emergenza o un banale bendaggio da sostituire rischia di tramutarsi in una telefonata al 112 o in un trasferimento in ambulanza in qualche nosocomio, salvo essere dimesso dopo poche ore e con i pericoli tipici dell’epidemia Covid a fare da sfondo. Prima dell’arrivo a domicilio del paziente dovranno trascorrere ancora due settimane, con un passaggio nella rsa di Maniago per un ciclo riabilitativo. La speranza della famiglia è che in questo arco di tempo vengano date risposte concrete alla popolazione. Ma difficilmente una criticità che si protrae da anni troverà soluzione in così pochi giorni. Il Comune di Claut ha cercato di rafforzare l’operatività del poliambulatorio ma con scarsi risultati. Anzi nel tempo è stato via via ridotta anche la pediatria che garantiva un punto di riferimento settimanale alle mamme. «La guardia medica dovrebbe trovarsi in questi paesi 24 ore su 24, festivi compresi – hanno confermato i sindaci di Barcis e di Erto e Casso, Claudio Traina e Fernando Carrara –. Invece viviamo nella precarietà. Di fatto scopriamo la sera prima se potremo disporre del servizio o meno». – fmv
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Ai matrimoni russi no se può ridhe
A proposet dela Russia , no la fenis mei da merevee , agn tale "piciole "circostanthe.Olga Saenko, responsabile de l'anagrafe dela region de Rostov , tale celebrathions matrimoniai a la proibì no nome da ridhe, fumé, beve, mangé , ma agn da entré con un gaban, con le scarpe sporscie ,o con un saino masa gros.Oltre a chiste esigenthe de " decoro " , alà proibì agn esclamathions , ciacole a ous alta, telefonadhe , schiantadhe o movese tala sala dela celebrathion.A chiste proibithions - che le dires begn a un funeral - la Saenko no la soporta né monadhe né menadhe in giro , al masimo la permet un soriso o una comothion se i vegn fath da cetuth , thentha piasei o alegrie .Al fato alé che la Saenko la veic i sposi e chi che i sta intorn posibili intrics par la tranquilité social. continua su Cè disto? | Cronache da Cimolais WebCam
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